Prato, 21 ottobre – Nella notte tra il 20 e il 21 Ottobre il nucleo provinciale del Blocco Studentesco ha affisso davanti alle scuole pratesi striscioni con scritto “Stop al Caro Libri”.

“Quella contro il Caro Libri è una delle nostre battaglie principali e più importanti; – afferma Renato Montagnolo, responsabile pratese del movimento – ogni anno per l’acquisto dei libri di testo le famiglie sono costrette a sborsare cifre insostenibili, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando. E il ministro dell’istruzione cosa fa? Non prende alcun provvedimento serio per contrastare questo fenomeno, limitandosi a ‘consigliare’ alle case editrici di non cambiare edizione e di non aumentare i prezzi per 5 anni. Misure assolutamente insufficienti e inefficaci”.

“Noi non accettiamo questa situazione e vogliamo risolvere il problema alla radice, – prosegue Montagnolo – a tal fine la nostra proposta è molto semplice, ma necessita della buona volontà dei presidi e della collaborazione dei professori: adozione di un libro di testo unico per ogni materia, scelto da una commissione formata dai docenti della materia stessa, da utilizzare per almeno 5 anni. In questo modo non solo si faciliterebbe la compravendita di manuali usati, ma si darebbe anche un taglio alle inutili spese a cui ogni anno i genitori degli alunni vanno incontro per acquistare una ‘nuova ed ultima edizione’, che molto spesso però varia dalla precedente solo per il colore della copertina”.

“In attesa che una proposta del genere venga presa in considerazione dalle autorità competenti – conclude Montagnolo – un plauso lo vogliamo porgere ad altre iniziative che si sono mosse nella stessa direzione, come quella del Consigliere Provinciale Mugnaioni, poi accolta all’unanimità, che consente di destinare il finanziamento regionale di 567 mila euro non come rimborso dei libri scolastici per le famiglie meno abbienti, ma come quota per l’acquisto diretto da parte della Provincia dei libri di testo da concedere poi in comodato d’uso agli studenti, consentendo quindi a più ragazzi di usufruire di quelle risorse per più anni”.

 

I.T.I.S. Buzzi

 

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