Di Alex

La tolleranza zero del Presidente del Consiglio Conte e del resto del Governo ha dimostrato di essere tutt’altro che un esercizio di retorica: milioni di controlli sono stati effettuati e più di centinaia di migliaia di sanzioni, tra cui multe e denunce, sono state comminate.

La causa? Uscite ingiustificate, senza comprovate esigenze.

Un esempio di questi pericolosi criminali? In Sicilia due anziani signori sono stati sorpresi nell’atto di giocare a carte in un garage e multati. O ancora, un uomo ha avuto l’ardire di andare a correre su un lungomare deserto ed è stato rincorso da un carabiniere, creando un effetto tragicomico.

I giornali riportano, quotidianamente, oltre al numero di guariti, contagiati e deceduti, il numero delle denunce effettuate dalle forze dell’ordine, dispiegate in ogni angolo delle nostre città. Sono numeri che allarmano, ma, come sempre in Italia, si punta il dito contro i pochissimi che sbagliano, tralasciando i milioni di persone che, rispettose della legge, rimangono a casa per il proprio bene e per quello di tutta la comunità.

Di conseguenza, considerando solo il numero dei trasgressori, non ci si fa troppi problemi ad irrigidire ancora di più le misure di contenimento (impiegando droni di sorveglianza e app per tracciare i movimenti dei cittadini ed intensificando i controlli da parte delle forze dell’ordine).  Oltre a ciò, terrorizzare in questo modo la popolazione porta all’insorgere di comportamenti ostili e violenti nei confronti di chi varca la soglia della propria porta di casa, anche se non si conoscono i reali motivi per queste uscite (che potrebbero essere, ed effettivamente SONO, nella stragrande maggioranza dei casi, motivi di assoluta urgenza).

Ecco così che spuntano video amatoriali sui social di aspiranti giustizieri, dei moderni cosplayer di Zorro, che dopo aver cantato “Azzurro” (nel migliore dei casi) o “Bella Ciao” dai loro balconi ed aver appeso bandiere arcobaleno, si dilettano nell’arte di inveire contro chi si trova in strada. Questo clima di continua supervisione reciproca incita le persone ad ergersi (non senza un delirio di onnipotenza) ad inflessibili difensori della legge e della Costituzione. A tal proposito, è d’obbligo citare un episodio avvenuto in Umbria (nell’area del Trasimeno) una manciata di giorni fa e che vede come protagonista un uomo che aveva esposto una bandiera della RSI all’interno dei confini della propria abitazione. Poco dopo aver issato il suddetto vessillo, un anonimo ed indiscreto segnalatore ha informato la polizia riguardo questo accadimento, tramite un’app specifica. Il risultato? La DIGOS, in seguito ad un controllo, ha requisito la bandiera, segnalando il proprietario dell’abitazione alla Procura per il reato di “Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato”. Il malcapitato rischia, ora, una sanzione da 1000 a 5000 euro.

Queste novelle “vedette lombarde” non capiscono che, oltre ad essere degli improbabili figuri, macchiette di paladini della giustizia, fanno il gioco del Governo, che punta a dividere la popolazione (polarizzando l’opinione pubblica), mettere gli uni contro gli altri, per poterli poi controllare meglio. Divide et impera dicevano i latini. Non solo, Conte vuole tenere il dibattito politico lontano da argomenti spinosi, come il MES o la sua incapacità di imporre le direttive nazionali in regioni come la Lombardia o il Veneto che, di fatto, si comportano come meglio credono.

Ecco che il Grande Fratello di Orwell prende vita nel più spettacolare dei modi. Al posto del misterioso capo del regime di “1984”, troviamo Giuseppe (Giuseppi, per gli amici) Conte, che osa citare Winston Churchill (a cui vorrebbe somigliare) e la sua “ora più buia” nei suoi post su Facebook. Al posto delle televisioni dislocate nelle strade, abbiamo le sue “puntalissime” conferenze stampa/comizi, dove sfrutta i media nazionali e le TV di stato per attaccare le opposizioni, privandole del diritto di replica. Al posto del ministero della Verità, abbiamo la Task Force Anti Fake News, presidiata dal Governo e da giornalisti de “La Repubblica”.

In tutto questo, il Premier è immune da critiche e manifestazioni: le prime, poiché, se si prova a dire qualcosa contro il Governo, si è accusati di essere sciacalli, che lucrano sui morti e sulla paura; la seconda, poiché è vietato uscire e i dissidenti verrebbero arrestati in men che non si dica.

Signori, eccovi servita la dittatura giallo-fucsia, sponsorizzata dai “bimbi” e dalle “bimbe di Conte”.