di Cippa

L’arte marziale, l’arte del dio della guerra: la maggior parte di noi collega questo concetto all’Oriente, dove il corpo e lo spirito si uniscono per creare vere e proprie forme d’arte che rasentano la perfezione. In realtà pochi sanno che la maggior parte delle civiltà del mondo ha delle forme di lotta riconducibili a questa definizione, nella nostra Europa ne abbiamo esempio fin dalle Olimpiadi degli antichi greci.

Nel Medioevo si cominciano ad avere i primi trattati europei sulle Arti Marziali, in Oriente arriveranno leggermente più tardi, attorno al 1600. In Italia, nello specifico in Friuli, troviamo un trattato tra i più importanti della storia, redatto da uno dei maggiori maestri di scherma, Fiore dei Liberi da Cividale.

Vissuto a cavallo tra il 1300 e il 1400, con il suo Flos Duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester ci dona un volume molto prezioso che spazia dalla lotta a piedi a quella a cavallo, a mani nude o armati, il tutto accompagnato da illustrazioni e spiegazioni in versi delle tecniche. Ad oggi molte scuole di arti marziali europee e di scherma storica utilizzano ancora come testo di base il Flos Duellatorum perché in effetti nulla vi deve essere aggiunto: è di per sé completo di tecniche d’ogni genere.

Il trattato si apre con questi versi:

“Sii audace nell’assalto e l’animo non si
mostri vecchio:
Nessun timore vi sia nella mente; sta’
in guardia, puoi farcela.
Se mancasse l’audacia d’animo,
mancherebbe tutto;
L’Audacia, tale virtù, in particolare,
trova luogo nell’arte”

Quest’opera parla di un’Arte, in una forma in cui audacia, forza d’animo, benessere fisico e spirituale si conciliano nel migliore dei modi. Fiore dei Liberi, infatti, non tratta mai gli argomenti solo dal lato puramente tecnico ma affronta sempre anche il lato più filosofico del combattimento.

Questa filosofia si può riassumere nelle quattro Virtù dello schermidore, ognuna rappresentata da un animale che di essa è simbolo.

  • La Prudenza è la Lince che maneggia un sestante: tra tutte le creature ha la vista più acuta che permette di vedere e prevedere le mosse dell’avversario.
  • La Velocità è la Tigre che afferra un dardo: talmente lesta a piroettare e a correre che nemmeno da una freccia può essere raggiunta.
  • L’Audacia è il Leone che regge un cuore: col suo coraggio da guerriero non si allontana da nessuna sfida, accetta sempre anche la più ardua battaglia.
  • La Forza è l’Elefante che come fardello porta una torre: mai perde la sua posizione, mai cede terreno e mai si inginocchia.

Quello di Fiore d’altronde fu il tempo dei grandi Magistri d’Arme, un tempo in cui la spada, il braccio e la mente erano una cosa sola, in cui la lotta era sinonimo di Bellezza ed Eleganza. Chi era rozzo, violento, irrispettoso non meritava e non doveva apprendere queste arti. La vita di Fiore orbitò attorno all’Arte della Guerra di cui fin da piccolo seguì i codici. Combatté numerose battaglie e affrontò i maggiori Magistri europei: lui e i suoi allievi, che lo ricercavano tanto per la bravura quanto per lo spirito, furono uomini devoti e dediti alla giustizia, sempre pronti a difendere il proprio onore e quello della propria Arte.

Fiore è un personaggio della nostra storia che dà lustro al nostro territorio: un nobile e grande guerriero che ha dedicato la sua vita ad un codice, che ha sconfitto i suoi rivali imponendo la Scherma Italiana in Europa, che ha tramandato al futuro le virtù di un combattente. Virtù che ancora oggi possiamo sentire nostre, parte delle lotte quotidiane in armis o sine armis: serve sempre prevedere, essere rapidi, coraggiosi e non mollare mai la nostra posizione.