Di Marco

Dalla metà dell’Ottocento ad oggi la situazione politica, economica, sociale pare non abbia accennato una minima parvenza di mutamento, uno stagno acquitrinoso in cui noi tutti annaspiamo in perenne stasi senza la benché minima aspirazione a qualcosa d’altro.

La Wasted Land che Elliot presentì già nel lontano 1922 e a cui nessuno pare sia intenzionato porre fine. Anzi, l’esatto contrario, vi è come un diabolico compiacimento nello sguazzare nel guano pur senza accorgersi di alcunché che possa palesarsi come avvisaglia della vera, cupa realtà nella quale viviamo.

Ma siamo proprio sicuri che nel frattempo non sia stata gettata alcuna pietra e non sia mai stato scosso lo stagno acquitrinoso? Ebbene, a fine Ottocento apparvero importanti fermenti di reazione all’onnipervasivo Positivismo borghese, tutti condensati in un unico grande movimento culturale: il Decadentismo. Con esso, declinato diversamente poi negli specifici campi artistico-letterari (ad esempio, il Simbolismo in pittura e poesia), vogliamo indicare segnatamente tutte le tendenze attinenti l’irrazionalismo romantico, il vitalismo, il misticismo areligioso, l’estetismo aristocratico, il naturismo volkisch ed il nazionalismo; ovvero, la dimensione archetipica più oscura pregna di sconvolgenti rivelazioni metafisiche che osò opporsi da un lato al Capitalismo bancario e industriale, al razionalismo filosofico, all’illuminismo massonico e dall’altro al nefasto ascendente semitico del cristianesimo.

Non possiamo esimerci dal citare alcuni nomi altisonanti come quelli di Wilde, Butler Yeats, Wagner, Nietzsche, Klimt, Moreau, Baudelaire, Verlaine, D’Annunzio, Pascoli; costoro diedero libero sfoggio con la Parola immaginifica all’indicibile anelito di vastità sovrasensibili, di eterei e enigmatici scenari nella più recondita interiorità e, con la Musica, schiusero motivi retti da corrispondenze armoniche, echi dei legami occulti che vi sono dietro le consuete apparenze della realtà fenomenica.

Il languore estenuante, così come l’esuberanza superomistica del clima decadente, fu dunque sintomatico del duplice volto di una crisi. Risalendo all’origine del termine in analisi, così evocativo, odiernamente, si riscontra il significato di discernere, cioè di separare e conseguentemente fare un bilancio degli avvenimenti negativi e positivi di un’era storica che pareva giunta al suo compiersi. Al principio del Secolo Breve, in seguito al Primo Conflitto Mondiale, tutto quanto abbiamo descritto nella fin de siècle fu completamente obliato, come se fosse una remota reminiscenza d’infanzia, ed il ritorno ai vecchi paradigmi fu rinvigorito all’ennesima potenza in un ritrovato trionfo senza precedenti. “Ogni sforzo è vanificato!”. “Tutto è perduto per sempre!”. Codeste le riflessioni più frequenti nella gioventù ribelle d’Europa che ancora sognava l’avvento di una corrente rinnovatrice contraria al reflusso montante.

Ecco però che l‘angusto orizzonte per un attimo venne rischiarato da un improvviso sconfinato bagliore colmo di gloriose speranze prossime venture. Dalla congerie decadente prese di nuovo forma un Pensiero in rivolta contro la modernità: il Fascismo. Era giunta l’ora propizia per ridestare quell’atavica aderenza ai Principi eterni della Tradizione. Ai sortilegi mendaci del Kali-Yuga (Età Oscura, dal sanscrito Kali, nera, e Yuga, età) sarebbe dunque seguita, a livello macrocosmico, il Satya-Yuga (dal sanscrito Satya, verità), l’era di splendore spirituale come fu all’Origine della nostra esperienza terrena, in completa consonanza con la concezione circolare del tempo di vedica e greca memoria.

A livello microcosmico, come tutte le tradizioni Misteriche dell’antica Grecia insegnano, divampò la mai sopita scintilla di Luce divina che conserviamo nella parte più remota di noi stessi e che ci rigenera in Eterno se sappiamo darle la nostra completa dedizione e non la volgare devozione tipica di indoli remissive. Ne erano persuasi i prodi legionari della nobile stirpe italica e germanica i quali per primi vollero ergersi ad artefici di questa rivoluzione universale dello Spirito sulla Materia in onta alle altre genti europee, soprattutto inglesi e francesi, che avevano dato adito all’esecrabile rigetto della propria appartenenza ai comuni antenati ariani per prostituirsi al cosmopolitismo e alla democrazia livellatrice frutto di quella nefasta rivoluzione borghese quale fu quella del 1789. Re-volvere, nel suo significato originario, è ciò che, opponendosi alla deriva dei tempi, è in grado di far accadere nell’avvenire ciò che è posto come Inizio, autentico fondamento ontologico di ogni ordine cosmico. L’intento precipuo degli italici e dei germani era proprio questo: rievocare come in un rituale la Sacra Via eroica e guerriera del Blut, Boden und Geist in contrapposizione alla tirannia dell’Oro. Oh quale spregevole pervertitore della purezza adamantina europea!

Malauguratamente, il Fato sentenziò che fosse ancora prematura la risoluta reazione contro l’infido Kali-Yuga tutt’ora imperante e pronto ad estendere i suoi domini nei millenni a seguire. Un fendente però gli è stato inferto, anche se non tale da risultare letale; da questo occorre ripartire poiché è inevitabile che prima o poi, persino pur fra millenni, l’epoca nemica in cui siamo stati predestinati nascere debba soccombere secondo il Dharma immutabile. Così come sorge inevitabilmente una nuova aurora al termine della notte, queste Tenebre, apparentemente perenni, porteranno a conclusione il loro ciclo di vita.

Tenetevi pronti per i prossimi aggiornamenti, sodali camerati.