Di Lemmy

Il mese scorso abbiamo stilato le pagelle dei nostri beneamati – più o meno – ministri del governo conte II. Pessimi risultati di tutta la classe, con un ministro dell’interno pilotato, un ministro della salute confuso e ben tre ministri dell’istruzione di cui è meglio non ricordare le gesta. 

Ma visto che per noi tutta la classe politica meriterebbe perlomeno di essere rimandata a settembre, eccoci finalmente qui a discutere dell’opposizione.

Lega – Salvini Premier

Salvini: l’ex ministro degli interni, decaduto dopo aver bevuto qualche mojito di troppo al Papeete, ha svolto una pseudo valida opposizione a suon di dirette su Instagram e Facebook in quarantena, urlando spesso e volentieri contro Conte e la dittatura sanitaria. Inciampa nelle inchieste per sequestro di persona riguardo le navi ONG e si perde nei camici di Fontana. Recupera visibilità grazie al famoso meme “ah no?”, ma da qui ad un leader di opposizione serio e intransigente la strada è lunga. 

Voto: 5 – Matteo, ti vedo sciupato, va tutto bene? Ah no?

Zaia: governatore della regione Veneto, l’uomo che ha sconfitto il coronoavirus a suon di cartelli e ordinanze regionali. Celebri le sparate contro un governo che ha abbandonato le regioni, soprattutto un Veneto e una Lombardia lasciati in balia della situazione senza precedenti come quella di una pandemia. “Noi abbiamo sempre applicato i decreti del Governo in maniera restrittiva”, niente di più vero, soprattutto in giorni in cui il resto d’Italia andava a spasso sui navigli come se il virus non fosse in circolazione. Non che fosse più pericoloso, semplicemente mancavano le conoscenze utili al controllo.  Sfida il premier Conte “Non vedo contraddizioni fra la nostra ordinanza e il nuovo Dpcm, sia per le uscite, i congiunti, le seconde case, l’attività motoria e il cibo di asporto. Se si andrà in Tribunale e mi piacerebbe, vediamo chi ha ragione”. E aggiunge anche una postilla per il ministro Boccia, asfaltandolo: “noi alle polemiche rispondiamo con i numeri e con i fatti. Abbiamo bisogno ogni giorno di 300 mila mascherine ffp3, ce ne sono state assegnate (dal governo, ndr) soltanto 3310. Per le ffp2 ce ne servono 300 mila al giorno e ce ne hanno consegnate 152 mila. Per le mascherine chirurgiche abbiamo bisogno di 550 mila pezzi al giorno ce ne hanno date 682». Girava voce anche di una probabile candidatura a Presidente, per la prossima legislatura, poi smentita.

Voto: 6 1/2 – Sul pezzo, reattivo e a tratti ironico. Alla prossima pandemia ti vogliamo luminare in stile Sassaroli di Amici Miei

Maroni: sparito dalle scene prima della pandemia, molte voci di corridoio lo danno per disperso nel Pirellone. Parlando dell’emergenza coronavirus viene fuori il nome di Maroni dalle parole di  Roberto Formigoni. L’ex governatore lombardo punta il dito contro la riforma sanitaria del suo omonimo che gli è succeduto, in una intervista su Telelombardia. “Quello che dico sono le carte che lo dimostrano – ha detto il ‘Celeste’ -. La sanità che ho costruito era una eccellenza, molto forte sul piano ospedaliero sia sulla medicina di territorio, in particolare i medici di base. Dopo di me è stata fatta una riforma che ha indebolito fortemente la medicina di territorio, proprio quella di cui c’era bisogno per il coronavirus”. In una intervista su La7 da la colpa al virus, che si lega alle particelle di inquinamento Pm10, trasmettendosi così in modo più efficace tra i cittadini. Peccato che, per quanto possa essere veritiera come affermazione, non distoglie l’attenzione sulla pessima riforma della sanità attuata nel 2012.

Voto: 4 – Desaparecidos

Fontana: la controparte lombarda di Zaia, dove uno azzecca le mosse politiche e le strategie comunicative, l’altro le sbaglia entrambe. Diamo la colpa ad un’età più avanzata? Può darsi, ma ciò non allevia le pesanti colpe di cui viene costantemente macchiato dai media di sinistra. Recentemente incastrato dagli scandali DPI del genero e della moglie, già accusato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulle tangenti in Lombardia, Fontana si ritrova invischiato suo malgrado in una “donazione” di camici, calzari e mascherine, scambiata per una gara di appalto non concessa, con pagamenti poi stornati (tornando di fatto un’erogazione a titolo gratuito) per colpa di terzi che “non si sono intesi”. Che sia un caso il fatto di trovare il nome di Roberta Dini (moglie di Fontana) tra le parti attive dell’impresa in questione che ha fornito i camici?

Voto 4 1/2 – Inconsapevole

Calderoli: leghista della prima ora, l’immortale Roberto Calderoli (terzo Roberto citato in tutto, cambiate un po’ i nomi almeno!), rimane in silenzio per gran parte della quarantena, interpretando perfettamente il ruolo di uomo delle istituzioni italiane. Al passaggio di Alessandra Riccardi dal Movimento 5 Stelle alla Lega, pubblica un postsulla sua pagina Facebook, dando il benvenuto alla neo-leghista mentre fa rosicare i pentastellati. Nel frattempo è sempre lui a punzecchiare il governatore della Campania Vincenzo De Luca, in quanto i numeri riguardo i contagi e i morti di Covid sembrano non tornare. Sembrerebbe infatti che la Campania abbia nascosto 23 positivi. “Basta dare i numeri così. Serve precisione. Se diamo numeri a casaccio per fare bella figura (elettorale) oggi rischiamo il male di tutti domani. Chiaro?”.

Ma il Robertone non si ferma qui, e affonda il colpo (dialetticamente) anche sulle ONG: “Altri 50 clandestini sbarcati sulle coste siciliane, intanto da Pozzallo parte la nave dell’Ong Mediterranea annunciando il solito tragitto verso le acque libiche. Sembra quasi una provocazione. Stanno impennandosi i contagi in Africa, stanno impennandosi in Libia e navi di Ong, peraltro quasi tutte straniere, vanno in Libia a prendere i clandestini per portarli nei nostri porti. Il Governo si sta assumendo un enorme rischio: m se ne rendono conto? Qui siamo oltre il tafazzismo.”

Voto 5 1/2 – Il bambino che segnava buoni e cattivi alla lavagna. 

Giorgetti: La furia della quarantena, l’unico che senza iNnDiNnIaRsi si volta sulla porta dell’aula di Montecitorio e si calca la mascherina sul viso, facendosi sentire ben bene dai microfoni: “Chiedono collaborazione alle opposizioni e poi vengono qui a prendere per il c… sui morti? Ecco, prendersela coi morti anche no”. Incrocia Roberto Speranza e si sfoga: “Tira male, io ve lo dico, qui finisce male. Qualcuno deve metterli in riga, coi morti che ci sono stati…”. Con Speranza che risponde in favore di telecamera: “Hai ragione Giancarlo, che ti devo dire? Hai ragione”. Giorgetti chiama all’assunzione di responsabilità: “Questi se ne sbattono della democrazia”. Poi sparisce negli ultimi due mesi. 

Voto 6 – Coraggioso, ma al momento di agire si affloscia.

Fratelli D’Italia

Meloni: celebre la cover di Ray Charles di Georgia on my mind, mentre noi durante la quarantena abbiamo fischiettato sicuramente “IO SONO GIORGIA!”, nata per caso dal discorso di metà ottobre a piazza San Giovanni. 

Ma la Giorgia nazionale non si limita solo a combattere il governo a suon di hit di successo; la ragazza ci regala perle di innata saggezza contro il premier Conte «I suoi metodi non li consideriamo più tollerabili (…), in due mesi ha fatto 10 conferenze stampa dove il governo comunica agli italiani quali sono i loro diritti, in Italia non fa più fede la Costituzioni ma i dpcm. Lei utilizza termini come “devo fare nomi e cognomi” come se stesse facendo le nomination del Grande Fratello, questo non è un reality show». 

E mentre il ministro della Speranza invita gli italiani a tenere “comportamenti corretti” sul coronavirus, Giorgia gli risponde per le rime. 

“Caro Speranza – scrive su Facebook la Meloni – sarebbe utile anche non far entrare liberamente in Italia migliaia di clandestini, e poi consentire loro di violare pure la quarantena, come accaduto a Gualdo Cattaneo in provincia di Perugia…”. Il riferimento è a quanto accaduto nel paese umbro, in cui 23 migranti tunisini hanno violato la quarantena fuggendo dall’agriturismo utilizzato come centro di accoglienza e hanno fatto perdere le loro tracce.

Voto 7 – Canta, infiamma le piazze e se la prende con chiunque. Tuttofare.

La Russa: era da un po’ che non si sentiva, il caro Ignazio. Dopo la celebre frase di qualche anno fa riguardo l’essere pronti a “BOMBARDARE LA LIBIAH!” – diventata un tormentone quasi al pari di Io Sono Giorgia – entra a gamba tesa in data 9 aprile, durante una seduta del Senato. “Ma lei lo sa che quella mascherina non va bene? Lei è un untore, lei è un untore”, riferito ad uno (qualsiasi) tra i senatori pentastellati Airola, Presutto e Santangelo. 

Meno di un mese dopo torna alla carica con “…abbiamo il forte convincimento che lei (Giuseppi, ndr) , attraverso una sovraesposizione mediatica solitaria e senza contraddittorio, stia tentando di accrescere il consenso, non solo di combattere il virus. Ha voluto accentrare su di sé poteri che non hanno Trump e Putin, e che non ha Orban che avete martoriato, ma almeno lui se li è fatti dare dal Parlamento” parlando in Aula, dopo l’informativa di Conte sull’emergenza coronavirus.

Tenta anche la stoccata storica al sistema Sinistra, con la richiesta di convertire il 25 aprile nella giornata del ricordo delle vittime di tutte le guerre, “…compreso il ricordo di tutte le vittime del Coronavirus”. 

Non contento, si lascia andare ad un ironico tweet sui social :”Non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi”. In fondo alla frase, tre faccine con la mascherina sulla bocca.

Voto 6 1/2 – Nostalgico, sarà colpa dell’età? Segnalato infarto di Fiano.

Fidanza: istituzionale e corretto, dai toni fermi e sicuri. Uomo d’altri tempi, che dichiara guerra all’Ue. “L’Unione Europea è in colpevole ritardo, troppe aziende rischiano di chiudere e la costruzione europea vacilla non per colpa degli euroscettici ma di chi nel suo paese, presidente von der Leyen, vuole azzoppare persino la BCE”. Queste le sue parole come capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, che propone spesso e volentieri la creazione dei famosi Bot Patriottici. “Tutto il resto ci renderà schiavi!”. 

Voto 5 – Meriterebbe almeno un 8 per il comportamento, ma a noi piace il trash. Rimandato.

Forza Italia

Berlusconi: l’immortale, non si piega né al coronavirus, né al governo. Silvio (o il Papi, come è conosciuto nell’ambiente) chiede controlli rigorosi alle frontiere. Parole non gradite agli ultras dell’accoglienza a tutti i costi. Altre belle parole spese per i governatori di Fi in questi difficili mesi, in quanto gli amministratori azzurri “rappresentano un modello di buongoverno: durante la pandemia hanno capito prima degli altri che bisognava innalzare un muro per difendere il tessuto produttivo dalla crisi economica”. 

Mentre però con una mano accarezza i suoi adepti azzurri, con l’altra fa il gioco delle tre carte, donando 10 milioni per costruire l’ospedale a Milano, in zona Portello, per combattere il Covid. Dai 221 posti letto ne sono stati occupati solo 25 dai pazienti, ma la faccenda interessante è che quei 10 milioni – guarda un po’ – sono spariti. La prima parziale rendicontazione fornita, indica una spesa di 17,25 milioni, ive esclusa, ma mancano parecchi dettagli sui nomi dei benefattori e le esatte voci di spesa. I soldi sarebbero stati versati direttamente sul conto di Regione Lombardia, ma nonostante la conferma della donazione da parte del capogruppo di Forza Italia al Pirellone, evidenze di quel versamento ad oggi non ce ne sono.

Intanto il Cavaliere chiacchiera amabilmente il videoconferenza su Porta a Porta. “Spero di poter lavorare fino a 100 anni e anche di più. Che faccio? Sono in Francia, mi godo i nipoti, leggo i giornali, scrivo, sto al telefono con i miei figli che non vivono qui, con i miei collaboratori, con i colleghi del Ppe e partecipo alle sedute del Parlamento europeo da remoto. Lavoro dalle 7 di mattina alle 8 di sera”.

“Cerco di restare in forma e mantenermi sereno” conclude. Poi gli cade la dentiera.

Voto 5 – Sul pezzo, ma sta perdendo lo smalto. Vent’anni fa non avrebbero scoperto così in fretta il buco di soli 10 milioni. Arsenio Lupin in carrozzina.

Brunetta: il professore di Forza Italia, dall’alto della sua saggezza rilancia il pensiero comune del suo partito: ”Il governo naviga a vista, sembra aver adottato la linea dell’andare a spizzichi e bocconi… Con il risultato che ad oggi non è stato versato neanche un euro nelle tasche degli italiani, che la moratoria sugli obblighi fiscali 

continua ad essere una congerie di commi, vincoli e limiti, lasciando intatta tutta l’angoscia dei contribuenti”.

Poi continua piccato, citando l’esecutivo americano: “Bisogna dare certezze alla gente, alle famiglie, alle imprese, ai mercati. E dai le certezze solo individuando l’entità dell’impegno delle manovre che vuoi fare, e la tempistica delle stesse. Trump, dopo aver individuato i 2mila miliardi di dollari e averli concordati con la maggioranza e l’opposizione, ovvero il Congresso, sempre d’accordo con quest’ultimo, ha spiegato agli americani come dare questi soldi e a chi darli. Ribadisco, quindi, che abbiamo bisogno di capire quale sarà il quadro complessivo delle politiche di intervento e non il primo decreto di aprile, il secondo decreto di aprile, il terzo decreto di aprile… anche perché poi aprile finisce”. Altro che mese di aprile, Renato. Qui ormai siamo ad agosto, e di soldi manco l’ombra. Ma d’altronde si sa, el diavolo no vol sentir la quiabita (al diavolo non interessano le orazioni degli esorcisti). 

Voto 4 – Ignorato

Bernini: braccio destro del Cavaliere, l’onorevole Anna Maria Bernini avanza dubbi sui protocolli per gestire gli italiani rientrati da Wuhan, fin dalla prima settimana di febbraio.

“Leggo le dichiarazioni del viceministro Sileri, secondo cui sarà allungata di qualche giorno la quarantena alla Cecchignola per tutti i nostri connazionali che sono stati in contatto con il paziente italiano risultato positivo al Coronavirus dopo qualche giorno dal rientro dalla Cina – ha affermato la Bernini – Mi chiedo preoccupata perché lo stesso Sileri, che ha fatto con loro il viaggio di ritorno in aereo da Wuhan, non è stato sottoposto alle stesse misure precauzionali, visto che ha trascorso molte ore insieme al giovane contagiato che, pur avendo già contratto il virus, era asintomatico”.

Le risponde Sileri, l’esponente 5S, medico e ricercatore, le risponde su Facebook e la invita ad andare con le famiglie a cena in un ristorante cinese. “Esistono protocolli severi, condivisi e rispettati da tutti coloro che ogni giorno rischiano la propria incolumità per aiutare gli altri, per senso di DOVERE, qualunque esso sia” Questa la risposta di Sileri, abbastanza stizzita. “Sarebbe come dire che non siamo in grado di gestire emergenze, che lo Stato è insicuro che non garantisce.” 

Beh effettivamente l’emergenza non è stata proprio gestita nel migliore dei modi…

L’ultima nota della Bernini risale ad un mese fa, dove non risparmia una stoccata (seppur moderata) al premier, che “… ritiene ragionevole prorogare lo stato d’emergenza per tutto il 2020, in vista di una seconda ondata di Covid, ma sarebbe irragionevole pensare di replicare il modello di governo del Paese a colpi di Dpcm, con la totale esclusione del Parlamento da scelte che attengono alle libertà costituzionali. Invece di pianificare nuovi pieni poteri per sé, il premier si preoccupi di controllare i confini per scongiurare l’arrivo di focolai dall’estero, e di approntare misure in grado di far ripartire l’economia”.

Voto 4 – Direttamente dal gruppo WhatsApp Pancini Preoccupati

Gelmini: l’ex ministro dell’istruzione a noi tanto cara, ha lanciato una nota pungente ai danni dell’attuale ministro Azzolina, le cui misure “…per gli esami di terza media sono confuse e inapplicabili. Il rischio è quello di non riuscire a portare a termine gli esami entro i tempi previsti dal Ministero. Nel frattempo il Partito democratico chiede la sospensione delle valutazioni per gli alunni delle scuole elementari. Capiamo il momento difficile per ragazzi e maestre, ma sdoganare il 6 politico a danno del merito non ci sembra una buona idea. Non ci siano bocciature, e su questo punto siamo tutti d’accordo, ma equiparare il primo all’ultimo della classe non è un’operazione di buon senso”, conclude.

Ne ha anche per il premier Conte, che “agisce senza alcun coinvolgimento delle forze politiche di opposizione e del Parlamento, (…) anticipando alcune misure economiche contenute in un decreto di cui ancora non si è potuto leggere nemmeno un rigo in bozza.

Il premier ha parlato – e finalmente, verrebbe da dire – di interventi anche a fondo perduto per le piccole aziende: anche questa è una nostra richiesta. Ma aspettiamo di vedere le carte: questo governo continua a fare per ultime le cose che dovevano essere fatte subito”.

Torna poi sull’argomento scuola, intervenendo a “Zapping”, su Radio Uno: “bisogna essere chiari con gli insegnanti, con le famiglie e con gli studenti. Bisogna avere il coraggio di dire loro che molto probabilmente questo anno scolastico non riprenderà più”. Cosa che effettivamente è successa, la scuola non è ripartita se non tramite la discutibile scelta della didattica a distanza. Con tutte le difficoltà che essa comporta, visto che “… un terzo delle famiglie italiane non ha un computer in casa. Forza Italia ha proposto di usare i soldi del MiBac per aiutare tutti i genitori ad acquistare un dispositivo informatico per la didattica digitale dei propri figli. Anche su questo il Governo è poco dialogante”.

Voto 4 1/2 – Tenta l’approccio facendo leva sulle necessità delle nuove generazioni. Maestra di sostegno (precaria)

Tajani: vicepresidente di Forza Italia, grande amico di Berlusconi e figura di spicco del PPE, Antonio Tajani non le manda a dire all’UE: “Se ci avessero dato retta ai primi di febbraio realizzando un coordinamento europeo, l’Italia non si troverebbe ad essere discriminata”. Secondo Tajani si è di fatto “ripetuto l’errore” commesso ai tempi della Sars, con un Europa divisa ed egoista. Non risparmia colpi anche al regime di Xi Jinping, twittando: “C’è una grave responsabilità del regime cinese per i ritardi nella denuncia dell’epidemia.

Medici minacciati, ritardi e verità nascoste hanno provocato morti e diffusione della malattia nel mondo”.

Ma si fa perdonare dalle alte sfere della politica internazionale chiudendo con un insensata frase “l’Italia dovrebbe chiedere di attingere al Fondo di solidarietà europeo“. Ma in che senso? Diamo degli egoisti all’UE e poi ci dovremmo presentare col cappello in mano a chiedere l’elemosina?

Voto 4 – Lo smart working deve avergli dato alla testa. Confuso.

Comunque la situazione Coronavirus in Italia fa tirare le somme a tutti quanti. Da una parte un governo incapace di reagire, un Premier con manie di protagonismo, una maggioranza lacerata e tenuta insieme con lo spago, un’Europa che balla sui cadaveri della pandemia. Dall’altro lato un’opposizione spenta, inabile ad attrarre voti, poco utile al dibattito e mai unita sotto un’effige veramente sovranista. In mezzo a tutto questo delirio istituzionale ne fanno le spese le famiglie, le piccole e medie aziende e gli studenti inconsapevoli.

Se non fosse tutto vero, ci si potrebbe scrivere un libro. O perlomeno una di quelle serie tv che tanto ci hanno accompagnato in questa quarantena.