Di Libero

In questi giorni stiamo assistendo ad un accanimento feroce contro le discoteche, i locali ed i loro avventori e gestori, in quanto considerati come i veicoli principali della diffusione del virus COVID-19; questa crociata portata avanti dai soliti benpensanti e dai grandi giornalisti, che durante il lockdown se la prendevano con chi faceva attività sportiva o con chi portava a spasso il cane – ma fino a pochi giorni prima dell’esplosione della pandemia si facevano promotori di aperitivi o altre iniziative varie volte a sminuire la pericolosità del virus – è l’ennesima demonizzazione di una categoria che presa come capro espiatorio distoglie lo sguardo da tutte le altre problematiche che stiamo vivendo.

Innanzitutto è bene ricordare a questi personaggi dalla ferrea morale che l’apertura delle discoteche, come la possibilità di svolgere il resto delle altre attività cadute nel loro mirino inquisitorio, è stata autorizzata dal loro tanto amato governo e quindi non è frutto di un istinto di avidità degli imprenditori che gravitano attorno al mondo del divertimento che, in barba alle regole, hanno riaperto i locali andando contro la legge. Appurata quindi la legittimità di tutto ciò, è doveroso però osservare il fenomeno in una chiave più ampia poiché questa pandemia ha creato indirettamente un esercito di sceriffi e di spie sempre pronti a giudicare ed a puntare il dito contro, quasi sempre senza sapere, ogni comportamento che non ritengono allineato con il loro triste e tristemente conformista stile di vita.

Questa condotta vile ed infame è incentivata da una classe dirigente, politica e culturale, senza spina dorsale che per decenni si è fatta strada con la delazione e l’infamia sempre sicura di avere le spalle coperte. Purtroppo questa tendenza alla caccia alle streghe non solo fa emergere personaggi viscidi e senza spessore che giudicano e indicano ma, come detto, svia l’attenzione verso temi più importanti; emblematico, per riallacciarci al tema delle discoteche, è il caso del Billionaire di Porto Cervo, su cui vengono fatti articoli, servizi tv, approfondimenti e dibattiti a non finire quando abbiamo persone che si tolgono la vita perché strozzate dai debiti e totalmente dimenticate dallo stato, un aumento esponenziale di sbarchi di immigrati clandestini spesso positivi al Covid, una situazione disastrosa per quanto riguarda l’istruzione dove a poco più di due settimane dall’inizio dell’anno scolastico non vi è nessun tipo di linea guida sicura o di indicazione certa sulle misure da applicare.

Il puntare il dito giudicando in maniera infame non solo è un comportamento spregevole ma anche un grande sostegno, voluto o meno, a questa classe dirigente poiché crea divisione all’interno della popolazione che invece dovrebbe essere fortemente unita, più che mai in momenti come questi e la distrae creando dei cattivi ad hocpermettendo a chi ci governa di poter fare ciò che vuole, passando inosservato agli occhi dei più.