di Alessia

Nel precedente articolo si è parlato di come il concetto di Unione Europea sia stato trasfigurato e progettato a tavolino, dei presunti motivi stimati dai padri fondatori per unire le Nazioni d’Europa al livello politico, sociale, e soprattutto economico, e perché fosse considerata una virtù e un vantaggio per ciascuna di esse.

In questo secondo articolo, si parlerà di come questa truffa criminale sia stata messa in atto da speculatori finanziari e grandi banche d’affari, dunque da un’élite che non si vede nei programmi TV di informazione economica, che non schierata in nessun partito.

Si parla di una cerchia di uomini che conoscono perfettamente il funzionamento della moneta, profondi conoscitori dei sistemi finanziari, e dunque in grado di disintegrare un intero sistema economico per i propri interessi.

Per capire i motivi che spinsero questa élite ad affondare l’economia delle Nazioni europee però, dobbiamo prima fare un passo indietro.

Il concetto dell’emissione di moneta non c’è sempre stato, basti pensare a quando le popolazioni si dividevano in classi sociali, dal basso più basso grado rappresentato dalla povera gente fino al più altro grado rappresentato dal Re.

La distribuzione di ricchezza non era equa solo per la differenza tra classi, ma anche per la disponibilità di ricchezza effettiva, che dipendeva dalle risorse d’oro, le monete infatti potevano essere create solo se era disponibile allo stesso tempo una quantità di oro equa.

Questo sistema col tempo venne abolito a causa proprio dell’alto rischio di fallimento, e perciò di mandare in bancarotta lo stato.

La situazione cambia dagli anni ’70 quando venne deciso che ogni Stato potesse essere monopolista di una moneta propria, ed essere in grado dunque di stampare pezzi di carta ai quali attribuire un valore.

Uno Stato a moneta sovrana che quindi garantiva piena occupazione, diritti sociali, stato sociale, ricchezza per i cittadini, e investimenti in istruzione di livello.

Se da un lato sembrava, e di fatto era, una rivoluzione vera e propria, dall’altro si trovò ad essere la rovina di quella élite che possedeva la gran parte della ricchezza e che vedeva dunque la sua superiorità assoluta messa in pericolo.

È proprio a partire da questo pericolo imminente che la stessa élite escogitò un piano a tavolino per impedire che ciò perdurasse, iniziarono così a convincere intere società, che uno Stato che spende a deficit indebita i cittadini, e che quindi i loro figli si sarebbero portati sulle spalle un enorme debito da dover sanare.

Si inventarono che lo Stato, madre del suo popolo a cui deve garantire benessere e ricchezza stampando moneta di cui è monopolista, necessita di incassare ricchezza tassando e facendo tagli alla sanità e alzando l’età pensionabile.

Si inventarono che se si garantisce un salario a ogni cittadino, inevitabilmente si arriva all’inflazione, il denaro perderà di valore e i beni aumenteranno il loro prezzo, quando invece la piena occupazione massimizza la produzione Nazionale, perciò è anche impossibile che si crei un’inflazione se uno Stato è padrone della sua moneta.

Si inventarono che era necessario che uno Stato tassasse più di quanto spende per i privati (i cittadini), così da far calare i conti correnti e parallelamente abbassare anche gli stipendi.

Sulla base di questo qualcuno decise per noi che era necessario sopprimere il sistema creato ad hoc prima che arrivasse a traguardo, imponendo un costituzione Europea (il trattato di Lisbona) che calpestò le sovranità Nazionali e le loro costituzioni, inventando una moneta unica per 17 Stati, da poter prendere esclusivamente in prestito da una Banca Centrale Europea, togliendo il monopolio della moneta sovrana e impedendo di spendere a debito, così da avere infine nessuna possibilità di investire denaro per la propria Nazione.

Fu così che tutto questo enorme e macchinoso piano arrivò a compimento, l’immediato risultato dell’entrata nell’Eurozona fu una crisi economica imposta e ottenuta, ed è proprio l’ingrediente che creò la crisi che venne proposto come cura alla crisi stessa, spacciata per ‘crisi dei debiti sovrani’.

La soluzione? Altri tagli agli stipendi pubblici, alla sanità, portare il sistema economico in deflazione, ridurre ancora più in povertà la popolazione, tutto per impedire allo Stato di immettere soldi nelle casse dei suoi cittadini.

Fu così che vennero demolite le economie tradizionali, serviva una crisi economica che aiutasse i grandi investitori a comprare i servizi essenziali dello Stato per prosciugare il denaro dei cittadini e comprare le piccole imprese con la scusa di poter far cassa, una crisi che portasse i cittadini ad accontentarsi di un salario da schiavo pur di avere un’occupazione.

Queste è la fine dell’Europa, una fine che viviamo anche oggi, nelle mani di speculatori che hanno trascinato intere Nazioni nella spirale dell’impoverimento, demolendone il tessuto economico, decretando la fine delle politiche sociali e l’inizio dell’austerità.

É tempo di reagire a un alfabetismo economico che porta a vivere nell’ignoto, secondo le regole del gioco di questa élite, che vuole il popolo deviato dai reali problemi economici del paese mentre riduce in fallimento le Nazioni anno dopo anno. È tempo di guardare verso l’alto per capire chi conduce e gode di questo sanguinario spettacolo che affama e uccide interi paesi europei da troppo tempo.

UNIONE EUROPEA: ANALISI DI UN NEMICO – PRIMA PARTE

UNIONE EUROPEA: ANALISI DI UN NEMICO – TERZA PARTE