Di Alberto

Nel giro di pochi giorni la regione mediorientale è tornata ad essere teatro di importanti avvenimenti geopolitici.

Un attacco missilistico dei ribelli Houthi yemeniti contro l’ Arabia Saudita, delle esplosioni sul cargo israeliano Helios Ray nel golfo e due raid da parte di Israele e Stati Uniti in territorio siriano: tutti questi fatti hanno un comune denominatore, ossia la tensione fra l’Iran e l’inscindibile binomio USA-Israele.

I vari attacchi delle milizie sciite irachene legate a Teheran contro le basi USA in Iraq (attacchi che ormai avvengono con cadenza settimanale ) hanno portato la nuova amministrazione Biden ad una risposta militare ordinando un raid sulle postazioni delle milizie sul confine siro-iracheno. È ancora una volta la Siria, ormai considerata quasi terra di nessuno, ad essere lo scenario in cui si confrontano le potenze rivali.

Il mare torna ad essere terreno di scontro, dopo i ripetuti sequestri di petroliere nell’area, l’apice si tocca con il presunto attacco al cargo israeliano Helios Ray per cui il ministro della difesa dello stato ebraico Benny Gantz ha apertamente accusato l’Iran. Il rischio di un’escalation marittima è elevato dato che in queste calde acque incrociano stabilmente navi e sottomarini statunitensi e allo stesso tempo le unità navali della marina dei Pasdaran. L’importanza strategica di questa zona di mare è gigantesca dato che per queste acque decorre circa il 20% del greggio mondiale.

In seguito ai fatti del golfo non si è fatta attendere la risposta di Israele che (pur non potendo parlare di vera e propria rappresaglia data la lieve entità dell’attacco ) ha effettuato dei raid contro le milizie filo-iraniane a sud di Damasco. In quell’area a ridosso della capitale siriana si sono svolti la maggior parte degli attacchi degli aerei israeliani essendo una zona con una forte presenza militare iraniana e di Hezbollah.

Altro fronte, tutt’altro che chiuso, è quello yemenita: nonostante il congelamento da parte Usa alla vendita di armi ai sauditi, la rimozione degli Houthi dalla lista delle organizzazioni terroristiche e la pubblicazione dei dossier sul caso Kahshoggi, l’amministrazione Biden non ha nessuna intenzione di staccarsi dalla fondamentalmente alleanza con casa saud. L’Arabia Saudita rappresenta il più importante rivale dell’Iran nella regione ed è nel confinante Yemen che trova sfogo la tensione fra i due paesi: recentemente i ribelli sciiti Houthi, sponsorizzati dall’Iran, hanno sferrato un consistente attacco missilistico contro il vicino saudita puntando la stessa capitale Riad. Un conflitto, quello yemenita, che nonostante gli sforzi internazionali non sembra avere una fine nel breve termine.

Tutti questi avvenimenti mostrano un quadro di quanto diffusi e articolati siano i terreni di scontro fra i due schieramenti, in attesa delle prossime mosse della nuova amministrazione statunitense in materia degli accordi nucleari del 2015, siglati del precedente governo.