Di Alessia

La scuola della domanda, è chiamato così il sistema di istruzione finlandese, considerato uno dei migliori al mondo per metodo educativo e preparazione del corpo docenti.

Qui, porsi domande significa essere in grado di darsi delle risposte da soli, autonomamente, prendendo in considerazione i professori solo come mezzo di orientamento e mai come entità direttive. Si impara a distinguere i fatti concreti dalle opinioni.

Il loro è un sistema educativo che funziona, semplice ed efficace, fondato sulla pedagogia evolutiva e sulla predilezione all’apprendimento piuttosto che all’insegnamento passivo, è una scuola che abbatte il concetto di individualismo e si fonda invece nell’idea di comunità, di cooperazione e soprattutto sulla fiducia reciproca.

Le scuole superiori in Finlandia sono organizzate su corsi obbligatori e a scelta, per questi ultimi vengono pianificati percorsi di orientamento individualizzati per ogni singolo studente in modo da poter creare un piano di studi apposito, e dunque tracciare una via sicura verso la realizzazione personale. Non esistono voti né insufficienze, esiste l’auto-valutazione, e soprattutto si mira a far emergere le potenzialità di ognuno tramite i rinforzi positivi che aiutano l’apprendimento, anziché evidenziare i fallimenti evitando così di abbassare l’autostima e demotivare gli studenti.

Apprendimento è la parola d’ordine dello schema di educazione finlandese, tutto è predisposto per questa funzione, anche l’edificio scolastico stesso, dotato di zone relax, calcetti, poltrone, televisioni; i molteplici laboratori tra i quali quello di economia domestica, corso obbligatorio, dove tutti imparano a cucinare, cucire, badare alle faccende domestiche; non esistono restrizioni di movimento nell’ambiente scolastico, si predilige l’interconnessione e il dinamismo, tutto è volto e studiato al fine di un’unica funzione.

Studiare la composizione di un ambiente circostante perfetto è dunque fondamentale perché in grado di influenzare la persona, la collocazione in un determinato spazio stimola i processi cognitivi.

L’attenzione al benessere psico-fisico degli studenti include in particolare l’educazione fisica promuovendo l’integrazione di quest’ultima anche fuori dal contesto scolastico, e poter garantire un’istruzione di qualità in classe affinché gli studenti possano dedicare il resto del loro tempo agli impegni personali, agli amici e alla famiglia.

Ciò che basa l’attenta linea pedagogica, rendendo questo sistema scolastico il migliore al mondo, sono le neuroscienze, secondo queste è necessario un presupposto, che lo studente sia al centro, secondariamente un corpo docenti selezionato con una formazione altamente specifica che prevede, oltre a una laurea magistrale, anche una specializzazione in pedagogia, docenti capaci di creare un sistema basato sul dialogo aperto e non su lezioni unilaterali nelle quali il tempo diminuisce l’attenzione, poi sul superamento del concetto di classe per prediligere il lavoro di gruppo, e infine che la scuola diventi parte integrante ed edificante della società, non luogo deposto da essa ma essenziale all’educazione dei giovani.

L’obiettivo è la formazione non soltanto di studenti attivi e consapevoli ma soprattutto di uomini e donne autonomi in grado di affrontare il futuro con un bagaglio fatto non solo di cultura e nozioni ma anche di capacità trasversali e senso critico.

Mentre in Finlandia si può contare non solo su un metodo educativo ma anche su un sistema che investe nella scuola pubblica e gratuita, garantendo sussidi, infrastrutture, che investe il 7,48% del PIL per l’istruzione, in Italia si investe solo il 3,8% del PIL, ma non è l’unico problema.

L’Italia detiene anche l’ultimo posto per rendimento scolastico e percentuale di laureati, e il primo posto solo per percentuale di tasso di abbandono scolastico, 10,2%.

Al centro della scuola italiana, oggi, c’è un sistema burocratico, continui tagli all’istruzione pubblica e le riforme scolastiche inconcludenti. Questo porta ad una situazione in cui gli alunni sono poco recettivi o semplicemente pigri e i professori ambiscono alla cattedra solo per esigere silenzio e poter travasare le nozioni che il programma scolastico prevede.

La scuola non può essere uno scherzo, il sistema attualmente in vigore in Italia è l’eredità di un retaggio datato che non conosce le priorità di chi ne è il protagonista. Le priorità devono essere l’educazione tramite la partecipazione al dialogo aperto senza il quale non esiste apprendimento, la creazione di competenze oltre che di conoscenze, l’installazione di senso critico e libertà di pensiero che formi studenti analitici capaci di contestare e dibattere quando necessario.

Costruire qualcosa di nuovo è l’unica svolta a questo scherzo di pessimo gusto che è l’istruzione in Italia, informare e creare consapevolezza, prendendo perché no anche esempio da chi ha già dimostrato di saper fare meglio di tutti, così da poter rifondare una volta per tutte, e mai più riformare, la scuola italiana.