Di Luca

È stato scoperto di recente, nell’alta valle del Reno in Germania, uno dei più grandi giacimenti di litio al mondo.

Inutile ribadire l’importanza che ricopre questo metallo alcalino (utilizzato principalmente per la produzione di accumulatori elettrici) in un mondo che si spinge sempre di più verso il digitale e nello sviluppo della mobilità elettrica; si stima che dal deposito si riusciranno ad estrarre centinaia di migliaia di tonnellate di litio che potranno essere utilizzate per una produzione di svariati milioni di veicoli elettrici.

Sara quindi il litio il tanto cantato Oro del Reno, che da secoli brilla negli antichi miti germanici?

Questo non lo possiamo sapere ma le narrazioni del mito lasciano un testamento che è importante approfondire.

Infatti nella leggenda di Sigfrido, come nell’opera ripresa da Wagner, l’oro Del Reno, il tesoro dei Nibelunghi, può fungere da soluzione a molti problemi ma può essere la causa di disgrazie e tormenti per chi vuole accaparrarselo per farne un cattivo impiego.

Tornando però al lato pratico, le opportunità provenienti da una tale scoperta sono vaste e la Germania (e di conseguenza tutta l’Europa, se ce ne fossero i propositi) potrebbe raggiungere una volta per tutte l’indipendenza dai principali produttori odierni di litio quali Cile, Australia e Cina, quest’ultima detentrice peraltro della metà degli impianti di lavorazione.

Una indipendenza energetica totale non sarà mai possibile fintanto che a dominare saranno i combustibili fossili, poiché in europa non vi sono giacimenti tali da poter soddisfare la richiesta interna. Detto ciò, non dipendere da paesi esteri per quanto riguarda le materie prime per la produzione di batterie gioverà sicuramente alla nazione tedesca e soprattutto alle sue case automobilistiche che potrebbero ridurre i costi di produzione delle vetture elettriche, in modo da renderle anche più accessibili o comunque vista la tendenza al mercato premium, più lussuose e performanti.

Tutto questo però può diventare realtà solo a fronte di un investimento nazionale corretto e con l’intervento giusto dello stato a regolamentare il giacimento e l’attività produttiva, in caso contrario non possiamo escludere tensioni economiche e concorrenza sleale all’interno di questa Europa che di unito ha ben poco.

L’azienda australiana Vulcan Energy Resources, infatti, ha già proposto un ingente investimento per costruire 3 stabilimenti per l’estrazione del litio e questo potrebbe inficiare in quanto non sarà un’azienda nazionale che si occupa di ricercare le migliori tecniche per fare fruttare il giacimento bensì una azienda estera seppur con partecipazioni tedesche.

L’indipendenza energetica è sicuramente una cosa a cui una nazione deve aspirare. Come ad esempio per l’Italia che oggi, senza nucleare, è costretta ad acquistare la gran parte dell’energia elettrica da Svizzera, Francia, e paesi che hanno centrali tra l’altro neanche così distanti dai nostri confini.

Una via percorribile potrebbe essere ritornare nuovamente all’atomico per assicurarsi un approvvigionamento energetico sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno alla nazione, per poi investire nelle nuove tecnologie rinnovabili e specialmente nello sviluppo dell’energia a fusione.

Il referendum sul nucleare del 1987 come le conseguenze della guerra civile libica per gli accordi italo-libici e l’estrazione di petrolio e gas naturale hanno leso fortemente la nostra sovranità energetica.

Indipendenza energetica significa sovranità, significa non rendere conto a terzi e controllare i rubinetti che da altri in casi particolari possono essere chiusi.

Una nazione che dipende da altre, sotto ogni punto di vista e non di meno quello energetico, è ridotta al rango di marionetta, su di essa e sul suo popolo si ripercuotono inevitabilmente le scelte o capricci di chi fornisce il servizio vitale.

Sovranità vuol dire quindi libertà, significa per una nazione e il suo popolo essere artefici del proprio destino.

Senza ombra di dubbio per l’Italia varrà quindi la pena investire nel settore della mobilità elettrica e nelle nuove fonti di energia, vista anche quest’ultima sensazionale scoperta.

È fondamentale guardare avanti e con lungimiranza investire e incentivarne lo sviluppo dando alle giovani e brillanti menti italiane, più grande risorsa inutilizzata dei nostri tempi, terreno fertile e finanziamenti per raggiungere un primato in questi settori in espansione senza che debbano essere costretti a lavorare per aziende estere concorrendo così contro il paese nel quale sono cresciuti e si sono formati più o meno integralmente.