SPOILER: NON È UNA BARZELLETTA

di Cippa

Un comico e un rapper entrano in un supermercato: sembra l’inizio di una barzelletta, invece è l’inizio di una protesta, quella Angelo Duro ed Emis Killa, che hanno deciso di reagire al totale immobilismo e la noncuranza nei confronti del mondo dello spettacolo. Hanno posto una semplice domanda che potremmo riassumere con «Perché se tutti si sono vaccinati non possono entrare nei teatri a piena capienza? Insomma a che cosa è servito effettivamente il vaccino?».

In effetti il vaccino di per sé è una cosa, il Green Pass tutt’altro e lo sappiamo. Il punto è che siamo davanti al terzo Governo di seguito incapace di prendere una decisione e mantenere le promesse fatte a intere categorie di lavoratori. Ma anche questo purtroppo lo sappiamo già.

Facendo della triste ironia sul fatto che siano passati ben 2 anni da quando non si fanno più dei veri spettacoli davanti al pubblico hanno chiesto chiare risposte alla politica che dall’essere in grado di accontentare una minoranza ormai non è più in grado di accontentare proprio nessuno. La rappresentanza del cittadino è inesistente, a prescindere dalla categoria a cui esso possa appartenere.

I due artisti hanno scelto un luogo molto particolare per mettere in pratica la loro protesta, davanti a un pubblico che non si aspettava certo di trovarli mentre comprava i meloni al supermercato: mercato, foro, agorà, sembra una storia di duemila anni fa portata ai nostri giorni. Due figure dello spettacolo si esibiscono contro le restrizioni di un governo totalitarista nei mercati della città.

Angelo Duro, in realtà, era già stato cacciato da una chiesa di Roma pochi giorni prima per una protesta similare e così insieme all’amico ha deciso di replicare, dove potenzialmente le restrizioni non impediscono di avere un pubblico che ascolti quanto si ha da dire: un supermercato Esselunga. Si sono poi “esibiti” per il bis dentro ad un McDonald e infine hanno concluso la giornata con la tripletta alla LIDL. Inutile dire che tutti e tre i flash mob siano stati interrotti dalla sicurezza dei rispettivi luoghi.

Non me ne vogliate a male se in questa sede si parlerà unicamente dell’importanza del loro lavoro, non voglio certo sminuire le altre classi lavoratrici bloccate dal Covid19, tuttavia si parla veramente troppo poco dell’importanza di eventi e luoghi come spettacoli, teatri, cinema, musica e più in generale tutto il mondo dell’intrattenimento artistico. Il teatro, ovviamente, non è più quello della Grecia Classica dove le tragedie erano l’unica valvola di sfogo per i cittadini ateniesi, ne rimane però ancora oggi l’essenza, portata avanti da tutte le esibizioni dei nostri giorni: lo straniamento, la socializzazione, l’incontro e la discussione.

Forse fanno paura centinaia di cittadini che si ritrovano ad ascoltare e guardare qualcosa che li faccia sentire tutti vivi, che li faccia riflettere e che li unisca tutti insieme in una goliardica risata o in un timido pianto di commozione. I due hanno compiuto quindi un grande gesto, utilizzando il loro status di celebrità per portare avanti il dissenso di tutta quanta la categoria. D’altra parte ricordiamoci che un attore è un rapper stanno “poco” a far uscire un film o un disco e a vivere comunque molto al di sopra del benessere, loro hanno però voluto ricordare l’importanza dello spettacolo dal vivo e della comunità che si crea in un pubblico.

Interessante poi sottolineare il fatto che per la stampa non sia possibile sminuirli a due strambi complottisti (e infatti non ne parla proprio), considerando che addirittura in uno dei loro video riguardanti la protesta si vede chiaramente il momento in cui esibiscono tranquillamente i propri green pass come a dire «guardate siamo dei bravi cittadini, il nostro dovere lo abbiamo fatto e ci siamo vaccinati, perché non possiamo lavorare?».

Pensiamo poi che, ad esempio, Emis Killa fu il promotore del grande progetto social #covid19freestyle. Per chi avesse vissuto il primo lockdown dentro una caverna, si è trattato di una “competizione” di freestyle su instagram tra i massimi esponenti del rap italiano, volta unicamente ad intrattenere i fan ai tempi di «andrà tutto bene». Quella volta ovviamente non si poteva prevedere che questa situazione sarebbe andata avanti così a lungo e che sarebbe stata gestita così tanto male. Ora invece si schiera contro queste regole perché evidentemente il Governo lo ha deluso. Tutti se ne stanno pian piano rendendo conto e anche l’arte, immagine del pensiero umano sta agendo di conseguenza così come i suoi portavoce.

A dimostrazione di questo molti “colleghi” si stanno ricredendo e stanno ritrattando quanto espresso un mese fa nei confronti di Salmo a seguito del suo concerto abusivo. Sia mai che finalmente gli artisti tornino ad essere dei veri ribelli e non più i cani del sistema?