Di Bologna

In questo momento vi basterebbe fare una brevissima ricerca su Google per vedervi un pullulare di notizie riguardanti le proteste dei commercianti nei confronti dei cortei “No Green Pass”, colpevoli a loro dire di togliere potenziali clienti dalle vie dei centri storici.

Ovviamente manco a dirlo le istituzioni e i loro lacchè in divisa non potevano ottenere occasione più ghiotta per sfruttare questa scusa al fine di imporre limitazioni allo svolgersi dei cortei di dissenso che, ricordiamo, sono garantiti dalla Costituzione.

Tralasciamo pure per un momento il fatto che, quando qualche scontrino in più supera il diritto di un popolo incazzato a manifestare, ci si trova di fronte alla vera e propria dittatura del Consumismo che finalmente ha gettato la bella mascherina della ‘Democrazia‘ riducendola ad una carnevalata. Il problema di fondo della questione è piuttosto che il popolo non riesce ad essere solidale nemmeno con sé stesso!

Se i commercianti sono pronti a schierarsi contro i cortei No green Pass (neanche fossero quotidiani) per preservarsi una briciola di maggior incasso significa che la lezione dello scorso lockdown, delle zone a colori che cambiavano a piacimento, non è servita a nulla.

Allora ai commercianti e imprenditori vari faceva piacere che le masse si radunassero nei centri storici delle città e dei paesi per protestare affinché i negozi rimanessero aperti o perché gli insensati coprifuoco venissero finalmente aboliti.

Oggi invece che la gente ha riavuto, come fosse un contentino, la minima libertà di muoversi ecco che un’intera categoria sembra essersi piegata alle logiche del potere, arrivando a schierarsi contro quelle che nella gran parte dei casi erano le stesse persone che manifestavano al suo fianco fino a poco tempo prima. Quel ‘sembra’ non è scritto a caso, siamo consapevoli che titoloni e articoli sono pilotati dagli interessi del Sistema, di conseguenza la voce di quella grandissima parte dei commercianti che è invece favorevole alle manifestazioni ed è in piazza semplicemente viene ignorata.

La libertà di lavorare invece? Certo i negozi sono riaperti ma questa sembra ancora non pervenuta, a meno chiaramente di sottoporsi ad un trattamento medico che nei fatti diventa obbligatorio o di pagare centinaia di euro ogni mese in tamponi invasivi; il tutto per esporre un certificato pur di poter accedere al proprio posto di lavoro.

Gli scontri di piazza di pochi mesi fa? Dimenticati. Le denunce agli organizzatori dei movimenti di protesta? Svanite. La rabbia di non poter più disporre della propria vita? Annegata nelle birre dei locali, tanto ora possono restare aperti a oltranza no?

Inutile negarlo, è proprio questa predisposizione molto Italiana al «A me che me frega?» e ad accettare tutto che ci ha resi il bersaglio perfetto per questo rimodellamento sociale che del green pass fa il piatto forte.

Vaccinati e non, commercianti, partite iva, dipendenti o imprenditori o studenti e giovani infuriati: tutti ora dobbiamo scegliere da che parte schierarci, quella del quieto vivere o quella della rabbia.

Noi abbiamo scelto, si mettano il cuore in pace i paladini della vita borghese fatta di soprusi subiti a testa china, la prossima torcia in corteo la accenderemo pensando a loro.