Di Luca

“Infuriati!” è stato l’appello lanciato agli giovani italiani dal Blocco Studentesco a settembre.

Un incitamento alla battaglia contro un sistema che preferisce il quietismo all’azione, lo sballo e l’ignoranza alla lucidità, l’uguale al particolare. Un sistema che preferisce noi giovani relegati nelle camerette, in silenzio, ad accettare passivamente ogni folle scelta del sistema stesso e le relative conseguenze sul nostro futuro.

Se qualche anno anni fa ti avessero detto che lo stato a breve ti avrebbe costretto in casa per dei mesi, ti avrebbe impedito di vedere la fidanzata, i tuoi amici e poi così via, avanti per due anni, avrebbe insistito con restrizioni sempre più assurde come avresti reagito? Avresti sicuramente pensato che fosse una cosa assurda, ti saresti ribellato. Eppure, tutto ciò è stato accettato passivamente da migliaia di anime.

Il 31 marzo una volta sciolto il tristemente noto CTS, con il “cessare” dello stato di emergenza, i membri hanno vuotato il sacco affermando che nelle restrizioni c’era ben poco di scientifico e che hanno avuto risultati minimi sugli effetti della pandemia con però effetti disastrosi dal punto di vista psicologico, sociale ed economico. Aumento del tasso di suicidi e di disturbi psicologici (specialmente nei bambini e nei giovani) fra i quali anche anoressia e autolesionismo: sicuramente un ottimo risultato nella salvaguardia della salute pubblica.

Ai giovani sono state impedite attività sportive, uno sfogo fondamentale per la salute fisica e soprattutto mentale. Non sembrano scelte che si addicono ad un ministero della “salute”.

Per quanto riguarda il ministero dell’istruzione invece? Chi pagherà per i danni della didattica a distanza e delle chiusure delle scuole? Diverse ricerche affermano che la DAD e la privazione dei ragazzi di un ambiente sociale delle aule di scuola hanno ridotto l’apprendimento di oltre il 35%.

Chi restituirà i milioni di euro buttati per i banchi a rotelle che hanno gonfiato le tasche di qualche maiale ai danni degli studenti? Il tutto mentre qualcuno ha il coraggio poi di dirci che mancano i soldi per le ristrutturazioni, per i termosifoni, per la messa in sicurezza delle aree scolastiche.

Chi pagherà per l’affossamento dell’economia e per crollo del PIL, per l’aumento del precariato e della disoccupazione, del costo della vita e delle bollette, le discriminazioni del Green Pass (che continuano ancora oggi) e tutto quello che ne è derivato?

Nessuno, è proprio questa l’ironia della democrazia. Un governo dopo l’altro, da settant’anni, banchetta sul corpo morente della Nazione e ne prosciuga il sangue assicurandosi di lasciargliene solo quanto basta per tenerla in vita per avere di che mangiare un domani.

Si gonfiano le tasche protetti dalla polizia di stato e dalla magistratura che presto elimina gli scomodi oppositori del popolo ed agisce per mettere in pratica le follie di governi criminali.

Un ruolo, che esso sia ottenuto tramite plebiscito o per merito, comporta delle responsabilità. Chi ricopre una posizione di potere sceglie di farlo e deve accettare le conseguenze di incompetenza o malafede. Come si può vedere di buon occhio un sistema dove regna la demagogia? Dove in campagna elettorale si può dire tutto e poi una volta ricevuta la carica fare il contrario di tutto. Fare danni e ancora danni ed arrivare comodamente a fine mandato senza alcuna conseguenza.

Emblematico è il caso di Arcuri, che dopo essersi sfregato le mani in vista dei lauti guadagni che avrebbe potuto fare con la pandemia ha speso 1,25 miliardi di fondi pubblici per acquistare 800 milioni di mascherine cinesi che si sono poi rivelate dannose ed inefficaci. Approvate in maniera illecita con delle autorizzazioni speciali provenienti dai piani alti nel periodo di punta del COVID.

Dopo essere stato indagato per peculato, corruzione e abuso d’ufficio, assieme a molte altre persone coinvolte, e sostituito da generale Figliuolo è stato prontamente richiamato dal governo Draghi che gli ha affidato il compito di analizzare l’andamento e le criticità dei piani di investimenti pubblici alla vigilia della partenza del PNR. Un lavoretto da ben 4 milioni di euro a Palazzo Chigi.

Ma non è finita, infatti pochi giorni fa la procura di Roma ha ritenuto che fosse roba da niente ed ha fatto decadere le accuse per corruzione e peculato lasciando solo quella per abuso d’ufficio. Il tutto non serve dirlo si concluderà in un nulla di fatto.

Di casi come questi ce ne sono un’infinità e possiamo aggiungere che la stessa solfa si ripropone ogni qualvolta vi siano da investire dei fondi pubblici.

Come si può accettare passivamente tutto questo? Come si può non provare un minimo (ma neanche così minimo) di odio nei confronti di una certa classe dirigente con un pensiero politico totalmente privo di etica, schifosamente avido e utilitaristico? Non si può accettare, ecco la risposta.

Come è scritto nel manifesto dei Socializzazione Scolastica non serve rifugiarsi ed ignorare ciò che succede, è sciocco pensare che un sistema non possa cambiare.

«Dobbiamo tenere la mano nel braciere che arde, ancora e ancora, perché è quando la toglieremo che saremo morti per davvero, quando non sentiremo più dolore, quando tutto ci scivolerà addosso e ci sarà indifferente, quando le occasioni di coraggio saranno solo uno sbiadito ricordo. Tieni la mano sul fuoco, e vivi. Toglila, e muori.»

Quando non sentiremo più niente, non proveremo più rabbia né dolore per ciò che ci accade intorno allora sì che sarà la fine.