di Patrizio

Quante volte negli ultimi mesi vi siete sentiti dire che:

“eh però gli Stati Uniti li supportano”, “fanno parte del sistema”, “sono gli utili idioti dell’Unione Europea”?

Quanta gente autodefinitasi “di destra” oppure “né di destra, né di sinistra” avete sentito, di questi tempi, giustificare l’operazione militare “speciale” perché “eh, ma la NATO”?

Questa gente generalmente, prima della guerra in Ucraina, supportava Putin. Cerchiamo quindi di capire le ragioni che spingono alcune persone che si ritengono vicine agli ideali della destra sociale o della “quarta teoria”, a tifare a spada tratta per la Russia e/o giustificare le ragioni del Cremlino.

1a ragione: molte di queste persone non si autodefiniscono fasciste, neofasciste e neppure nazionaliste.

La parola utilizzata spesso per smarcarsi dalle critiche per la propria russofilia sono “patriottismo” e “autodifesa”. “Io non mi definisco nazionalista, perché il nazionalismo vuol dire sopraffare con la violenza un’altra nazione. Io mi definisco patriottico, ossia uno che ama il suo paese”.

Questa prima obiezione, va in realtà a contraddire la parte presa e difesa a spada tratta dall’inizio della questione ucraina. Se non sei nazionalista (assumendo che questa definizione di nazionalismo sia corretta, anche se non è così), ma pensi che un paese non abbia diritto di sopraffare gli altri, allora perché ti piace quello che sta facendo la Russia in Ucraina, che è esattamente quello che dici di non volere?

La risposta più tipica che le persone che ragionano in questo modo danno, è spesso:

“eh ma la Russia si sta solo difendendo dall’espansionismo della NATO”.

Ed in effetti, questa tesi è per metà abbastanza corretta. Se è vero che dalla caduta del muro di Berlino, numerosi paesi del blocco sovietico sono entrati a far parte della NATO, è altrettanto vero che nessuno di essi ha minacciato di piazzare missili nucleari puntati verso la Russia, o altre fantasie di questo tipo. Questi paesi hanno vissuto per mezzo secolo una dominazione straniera terrificante, il comunismo sovietico, che li ha divisi dalle altre nazioni europee sorelle, sotto scacco dell’altro imperialismo americano in Europa. I governi di quei paesi appena liberatisi dall’influenza russa, pur di non ritornarci, si sarebbero alleati anche con il diavolo, pur di non subire mai più le angherie e le invasioni provate nel ‘900. All’Ucraina è bastata la strage dell’Holodomor, causata dal Cremlino, per detestare a morte i russi.

2a ragione: trascorsi interni e geopolitici della Russia.

La Russia è indubbiamente molto cambiata dalla caduta del comunismo. Nel giro di 20 anni, con Putin, dopo la fine del governo di Boris Eltsin (pupazzo statunitense), si è evoluta aprendosi al privato, bloccando le collettivizzazioni forzate di staliniana memoria e rimuovendo gli ideali di Marx e Lenin dagli statuti. É comunque rimasta però, all’interno delle istituzioni russe, una mentalità imperiale, un’idea tutta russa di non essere una nazione europea, ma un impero a sé stante. Da qui l’idea putiniana di riprendere a fare in politica estera ciò che Boris Eltsin aveva smesso: influenzare questioni geopolitiche di importanza globale. E per molte cose ci ha azzeccato, combaciando con le posizioni della destra sociale in molte situazioni: il sostegno all’Iran, gli aiuti militari ad Assad nella Guerra Civile Siriana, il sostegno all’Artsakh e all’Armenia nella guerra contro l’Azerbaijan, e la condanna postuma dei crimini NATO commessi in Serbia, in una offensiva bella e buona ai danni di un paese sovrano europeo. Ma questo non significa che un governo, per quanto possa essere “sovranista”, combatta sempre battaglie giuste a priori. Anche la Turchia è uno stato che fa i propri interessi, ma in numerosi scenari internazionali va contro gli interessi italiani ed europei.

3a ragione: Incapacità di scindere fra il governo ucraino (corrotto, globalista e asservito agli Stati Uniti) e le milizie nazionaliste, i reggimenti dell’esercito regolare come Azov e organizzazioni come i Corpi Nazionali o Pravyj Sektor, che sono tutto tranne che a favore di NATO, UE e Stati Uniti.

Per i filorussi, infatti, tutto ciò che va contro gli Stati Uniti è a prescindere dalla parte giusta (quindi si suppone che ci debba piacere la Cina? È contro gli Stati Uniti anche quella), e quindi se il reggimento Azov o i battaglioni nazionalisti combattono per la loro nazione contro la Russia, fanno gli interessi americani. In questo caso, si tratta di priorità: perché dovrei lasciare che uno stato straniero imperiale distrugga il mio Paese, solo perché un altro nemico ha il mio stesso interesse a fermarlo? Se mi aiuta a combatterlo, tanto meglio. In questo caso, il fine giustifica i mezzi.

4a ragione: “anche gli americani invadono”.

Certo, è vero, e quindi? Se sei contro l’imperialismo americano, perché ne dovresti sostenere un altro? Perché dovresti negare l’esistenza di una nazione sovrana di nostri fratelli, pur di andare contro la NATO? È un ragionamento senza senso, anti-nazionalista e asservito ad una potenza straniera (solo non atlantista. Ma la salsa è sempre quella).

Queste sono solo alcune delle principali tipiche argomentazioni rossobrune e putiniste riguardo alla guerra in Ucraina. Ricordo che, dal punto di vista di chi vuole un’Europa di nazioni sorelle e sovrane, è imprescindibile capire che questa situazione geopolitica è la massima rappresentazione dell’esistenza di una terza posizione pragmatica ed efficiente come risolutrice delle questioni internazionali. Dobbiamo provare solo rispetto, onorare i patrioti ucraini che stanno morendo combattendo per la propria terra, ma un’idea, una visione di mondo in cui un’Europa Nazione, alternativa ai blocchi, esiste e va difesa. E noi patrioti nel resto del continente europeo, dobbiamo fare la nostra parte per sostenerli.