Di David

E così anche questo anno si prospetta essere sconvolto dal Covid 19, tra restrizioni di dubbia utilità, divieti su divieti, attività scolastica totalmente ridicola e, come se non bastasse, quasi tutta l’Italia in zona rossa, le attività da poter svolgere legalmente sono rimaste sono ben poche. Come però si usa dire, non tutto è perduto: infatti l’essere bloccati a casa, per quanto siamo tutti d’accordo nel dire faccia schifo, può essere anche un’opportunità per riscoprire alcuni capolavori del recente passato. Infatti, questo periodo è perfetto per riscoprire una delle migliori opere fumettistiche e/o di animazione giapponese, emblema dell’infanzia di chiunque sia cresciuto a cavallo degli anni ’80 e ’90, parliamo ovviamente di Capitan Harlock.

Manga di fantascienza scritto e disegnato da Leiji Matsumoto alla fine degli anni ’70, dato l’enorme successo è stato riadattato come una serie animata trasmessa poi in tutto il mondo. A quest’opera ne sono seguite molte altre, tra cui seguiti, lungometraggi e spin-off, facendo diventare il Capitano una vera icona della cultura pop mondiale. L’articolo è quindi rivolto a chi per qualche assurda ragione avesse vissuto quarant’anni in una grotta o a chi magari con un po’ di nostalgia vuole rivivere questa grande avventura.

La storia è ambientata nel 2977, quando tutte le nazioni della Terra sono state unificate sotto la guida di un unico governo mondiale. La maggior parte della popolazione, grazie alla tecnologia, vive nell’ozio e nel divertimento con una classe politica, che tra l’altro è facilitata nel comandare e assoggettare alla propria volontà attraverso l’emissione, da parte di televisione e radio, di particolari radiazioni.

Gli unici uomini ad opporsi a questa realtà sono Harlock ed il suo equipaggio che, a bordo dell’indimenticabile nave spaziale Arcadia, navigano lo spazio attorno al pianeta Terra proteggendola da eventuali attacchi extraterrestri e “intercettando” (come dice lui), carichi di risorse nutritive e non, dirette verso la Terra, che verrebbero sicuramente sprecate e sperperate.

Per chi ancora non lo avesse capito, chiariamo subito: Harlock ed il suo equipaggio sono dei fuorilegge, perché disobbediscono al governo e alle sue leggi (tema per altro molto sentito di questi tempi). A guidarli in questa lotta contro le regole non sono però la voglia di ricchezze, come l’immaginario moderno della pirateria farebbe pensare, bensì un’ideale più antico e puro: la Libertà.

La serie, nonostante possa vantare un’avvincente trama che vede l’equipaggio dell’Arcadia combattere contro una civiltà aliena che tramite la corruzione sta cercando di colonizzare la terra, si focalizzerà molte volte sul concetto di desiderio di Libertà. Desiderio che secondo le riflessioni del protagonista hanno provato tutti i pirati che, stanchi di un mondo che non sentivano proprio, decisero di abbandonare le loro precedenti vite per non vivere come schiavi di un sistema appagante solo all’apparenza.

Harlock, infatti, ha deciso di sua spontanea volontà di abbandonare la Terra, il suo pianeta d’origine, proprio per l’immenso amore che prova per esso, perché è uno dei pochi, assieme alla sua ciurma, ad aver compreso il male che la affligge. Questo forte desiderio di libertà è simboleggiato dalla bandiera nera con disegnato sopra il jolly roger in cui tutta la ciurma ora si riconosce.

Quello dell’Arcadia è un equipaggio giovane e ribelle, che ragiona con la propria testa e si unisce ad Harlock liberamente perché condivide le stesse idee. A rendere questi liberi è stata la loro possibilità di scegliere ciò che è meglio per loro stessi.

Insomma, anche se la serie originale risulta essere abbastanza datata, si può riscontravi una trama molto attuale, che esalta il senso di Libertà scaturito da una ribellione contro un sistema marcio, e che porta Harlock a non rinunciare mai alla propria volontà in favore del governo centrale, costringendolo però di conseguenza a vivere da emarginato. Il significato della serie si può quindi riassumere con il motto “Libertà senza compromessi”.