di Cippa

L’utilizzo del telefono cellulare nella nostra epoca è ormai imprescindibile tanto nel lavoro quanto nel mantenimento dei contatti interpersonali. Tale strumento appare essenziale nel gestire le nostre vite che sono profondamente cambiate nell’ultimo secolo, non voglio sindacare ora se in meglio o in peggio, andando sempre più verso dei ritmi che rendono necessari dei supporti tecnologici a sostegno del nostro organismo. Insomma, se al momento si vuole vivere nel mondo, diventa necessario possedere uno strumento che ci consenta di comunicare, organizzare, gestire, lavorare con tutti gli altri esseri umani.

Nemmeno i Social vanno considerati necessariamente il male assoluto in quest’ottica: possono creare posti di lavoro, pubblicità efficaci per imprenditori, luoghi virtuali di vero e proprio dibattito culturale per tutte le età e chi più ne ha più ne metta. Il problema è che sono vittime anch’essi della stessa oclocrazia manovrata ancora più di tutti gli altri mezzi di informazione: senza parlare del nostro Fulmine Cerchiato basterebbe porsi qualche domanda e fare un paragone tra le visualizzazioni di uno storico/professore rispetto a una Chiara Ferragni. Il problema è che le norme fintodemocratiche permettono a tutti di esprimere opinioni idiote e negano a chi va contro al sistema una vera rappresentanza sul web.

Si aggiunge a questo un fattore tanto ovvio da essere praticamente ignorato da molti: l’elevato tasso di ignoranza di buona parte dei nostri otto miliardi di fratellini bipedi. Infatti più che avere un problema in sé il Social Network si riscontra un problema di utilizzo, se vogliamo possiamo dire che questo amplifica dei punti sbagliati insiti in esso, ma resta comunque un problema che non prende tutti. Però, oltre che essere amplificato negativamente dagli idioti, il Social fa da ripetitore a volume massimo e amplifica a sua volta gli idioti: è un circolo vizioso e bisogna rendersene conto.

Tra leoni da tastiera, frustrati di massa, servi del sistema, approfittatori, avidi usurai di mercati multinazionale il mondo del Web è un delirio di onnipotenza per il mediocre, è il sogno della democrazia degenerata temuta da Aristotele. Quel che è peggio è l’inconsapevolezza sempre maggiore che le persone hanno del mondo reale: ciò che si fa sul Social si è convinti non abbia ripercussioni nel piano ontologico. Quello che da fastidio è quanto questo danneggia chi vuole solo vivere nel mondo reale e utilizza la tecnologia come supporto necessario senza esserne sopraffatto. Da fastidio veder trattate ideologie millenarie e valori innati come fossero locandine di un evento in discoteca da poter modificare per divertimento. Non è la satira, non è la commedia che ha sempre accompagnato la nostra cultura, è qualcosa di più radicale e dannoso. Il fatto che nei giovanissimi sia sempre più comune e naturale un utilizzo sbagliato del Social Network sta creando un azzeramento di molti concetti e valori. Sta mescolando il reale con il fittizio e questo danneggia il futuro.

Limitarsi a guardare il mondo dei valori implodere però non sarebbe degno di noi: bisogna agire con un atto di coraggio. Dobbiamo lottare contro il delirio di onnipotenza del tuttologo e del deficiente, dobbiamo dimostrarci reali in un mondo virtuale. Questo non significa lanciare il cellulare in una pozzanghera e vivere come Diogene in una botte, non è questa la soluzione, anzi è controproducente.

Dobbiamo cercare di cambiare le cose presenti, non emulare sterilmente un passato che non può tornare se non nelle nostre teste: vivremmo più virtualmente noi a quel punto. Bisogna creare pensieri e trasformarli in azioni per combattere anche contro la dilagante problematica oggettiva dei Social Network nell’ottica di migliorare e non di distruggere, educare e strappare dalle nuvole gli onnipotenti idioti.