Roma, 23 novembre – In questi giorni gli studenti e i militanti del Blocco Studentesco di Firenze e Milano sono stati duramente colpiti da una scure repressiva senza precedenti: sono ben sedici le denunce che le questure delle due città hanno confermato al termine delle indagini sulle azioni di protesta che il nostro movimento aveva condotto nel 2020 contro il distanziamento sociale e la D.A.D.

L’azione, condotta dai ragazzi, fu un semplice volantinaggio dentro l’istituto “Galilei” di Firenze e il “Conti” di Milano: un intervento goliardico con un lancio di volantini dentro le classi, senza violenze o scontri di nessun tipo. Il reato contestato – invece – risulta essere quello di interruzione di pubblico servizio, che a Firenze già aveva portato tre studenti agli arresti domiciliari per due mesi, e che adesso è stato confermato dopo ben due anni di indagini condotte addirittura con intercettazioni ambientali ed ha portato a ben undici le denunce totali e ad un’accusa da quindici anni di reclusione: violenza e minaccia a corpo amministrativo. A Milano viene contestato lo stesso reato per cinque ragazzi, aggravata dalla denuncia del Preside per resistenza a pubblico ufficiale.

“Ci troviamo di fronte – inizia la nota del movimento – ad un’ondata repressiva senza precedenti, che porta sul tavolo degli imputati dei ragazzi che hanno espresso una legittima protesta contro le misure restrittive dell’allora governo Conte. Queste sono misure politiche punitive verso chi si è macchiato di avere un pensiero libero e critico mentre tutti stavano in silenzio, aggravate da una pregiudiziale antifascista: il preside dell’istituto fiorentino Alessandro Giorni, lo ricordiamo, risulta essere un dirigente attivo del Partito Democratico (nel 2020 forza di governo) e le false testimonianze che parlavano di aggressioni (smentite dai video portati in sede difensiva e dall’assenza di referti che dimostrassero il contrario) arrivavano da docenti estremamente politicizzati. È chiara la natura di persecuzione politica, già ribadita dal nostro movimento in più di un’occasione. Anche a Milano, i fatti contestati non trovano riscontro nella realtà e ci batteremo per affermarlo con forza nelle sedi opportune ”.

“In questi giorni – continua la nota – sono arrivate a poco tempo di distanza l’uno dall’altro due segnali che mettono in luce la politicizzazione di una larga parte delle istituzioni italiane, che portano avanti in maniera assolutamente spropositata in relazione ai fatti una persecuzione giudiziaria riservata solo a dei criminali. Noi non siamo criminali e nemmeno banditi: siamo studenti e volontari della politica, che conducono senza paura e con coraggio le proteste che ritengono necessarie”.

“Un segnale gravissimo – conclude la nota – che dovrebbe allarmare tutte le forze politiche che hanno lottato contro le restrizioni, le misure di distanziamento e le assurde spese del Ministero dell’Istruzione nell’inverno del 2020. Rivendichiamo con forza il nostro ruolo nelle proteste contro il governo Conte, senza ripensamenti. Qualcuno prima o poi dovrà pagare per la follia grillino-democratica ma risulta assurdo ed assolutamente inaccettabile che la scure giudiziaria si abbatta contro chi ha protestato con decisione. In questi giorni faremo partire una raccolta fondi per sostenere l’ennesima spesa legale e invitiamo chiunque abbia a cuore la libertà di partecipare: nessuna repressione romperà le maglie della nostra comunità”.