Verona, 4 marzo – “La scuola non è antifascista, è libera!”. Questo il testo degli striscioni che i ragazzi del Blocco Studentesco hanno esposto davanti al Liceo Tito Livio (PD) e Liceo Artistico Nani (VR) nel corso di un sit-in per contestare la menzognera giostra mediatica antifascista, tornata all’opera in queste ultime settimane.

“Apprendiamo attraverso le principali testate Nazionali e locali – così inizia la nota diffusa dal movimento – che la Rete degli Studenti Medi, affiancata da altre sigle e istituzioni scolastiche, ha di propria iniziativa deciso di affiggere in alcune scuole la ‘lettera pastorale’ che la preside del Liceo ‘Leonardo Da Vinci’ di Firenze ha indirizzato ai propri studenti in seguito ai fatti avvenuti nella stessa città pochi giorni prima, quando un volantinaggio eseguito da militanti di Azione Studentesca (presso un altro istituto scolastico del capoluogo toscano) si è concluso con uno scontro fisico con appartenenti a collettivi di sinistra. Sempre stando alle informazioni apprese a mezzo stampa, all’iniziativa della Rete degli Studenti Medi avrebbero aderito varie scuole delle due Province Venete, tra cui le due sopra menzionate”.

“Non è nostra intenzione lanciarci in una dettagliata analisi critica di un testo che seppur breve appare colmo di vere e proprie castronerie storiche – continua la nota – come ad esempio l’identificazione dell’amor di Patria e del dovere di difesa delle proprie frontiere col totalitarismo. Quello che ci preme di segnalare è come per l’ennesima volta una vicenda dai contorni già ben definiti secondo la prassi consolidata dei collettivi, ovvero provocazione e poi vittimismo, venga utilizzata dalla macchina mediatica antifascista per riaffermare la propria egemonia  e per ribadire che la scuola è ‘cosa-nostra’ e chiunque abbia velleità di opposizione  debba venire sistematicamente allontanato, criminalizzato ed esiliato”.

“La nostra azione in questi due istituti serve a dimostrare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno – così termina la nota – che noi ce ne freghiamo schiettamente dei divieti e dei catechismi politicamente corretti di questi personaggi e di tutto l’apparato (presidi, insegnanti, giornalisti, esponenti locali e nazionali del centrosinistra) che dà loro supporto e protezione: per questo noi siamo la voce libera di tutti quegli studenti che sono stanchi della feccia culturale e morale dell’antifascismo militante”.