di Sembe

“L’isola dei morti” non è un quadro qualunque, che si può aggiungere alla lista delle opere artistiche degli ultimi due secoli senza colpo ferire. Arnold Böckli è il creatore dell’opera, dal 1880 al 1886 ha sfornato cinque versioni di questo quadro che fece subito scalpore col suo forte magnetismo che colpisce dritto sulla psiche dell’uomo.

Il quadro, forte di simbolismo, influisce sull’inconscio di chi lo guarda, rendendo visibile il tema della morte. L’oscurità del mare e del cielo, la barchetta di Caronte, i cipressi e le cavità tombali della tetra isola rappresentano l’immagine del passaggio alla vita ultraterrena. Consideriamo che la morte era molto popolare nella cultura tedesca tanto che questo quadro ebbe fin da subito una grande fama, che neanche lo stesso Böcklin si sarebbe mai aspettato.

L’opera si prende il suo posto nella Storia, arrivando a fare da sfondo alla foto che ritrae il cancelliere tedesco durante il patto Molotov-Von Ribbentrop, ad essere immortalata in quella occasione era la terza versione, comprata dal capo di stato tedesco nel 1933. 

Conquistò inoltre persino Gabriele D’Annunzio, e tutti sappiamo l’importanza che ha avuto l’arte nella vita del Vate. Anche sul fronte opposto, quello Marxista, riuscì ad esercitare il suo magnetismo su niente di meno che il capo stesso del bolscevismo: Lenin. 

Oltre i giganti della politica, ispirò i più grandi pittori dello scorso secolo tra cui Giorgio De Chirico, Fabrizio Clerici, Karl Wilhelm Diefenbach e Salvador Dalí.

Il quadro nel 1945 si trovava nella cancelleria di Berlino e dopo l’invasione delle truppe sovietiche scomparve. Riapparve solo nel 1979 quando un uomo d’affari berlinese riuscì misteriosamente a rientrarne in possesso e lo donó alla Galleria d’Arte di Berlino (si presume sia riuscito a tornarne in possesso grazie alla diplomazia tedesca a Mosca). La cosa incredibile è che il quadro preferito del cancelliere del Terzo Reich sia tornato a casa, dopo quarant’anni, a 200 metri dal bunker dell’ultima resistenza tedesca durante la seconda guerra mondiale

“L’isola dei morti” è tornata insomma al luogo della morte del proprietario più iconico che l’abbia mai posseduta, un curioso caso della storia?