di Patrizio

In questi giorni, hanno fatto molto discutere le parole pronunciate dall’ex sindaco di Torino Piero Fassino (PD), pronunciate in aula alla Camera, riguardo lo stipendio dei parlamentari. Un intervento pieno di disonestà, menzogne, che è stato prontamente smentito dai fatti e dai dati, a testimonianza di come la sinistra si ponga a parole come dalla parte degli ultimi, ma nei fatti sia in realtà molto più classista di come predica.

Secondo il Sole24Ore, infatti, l’ex segretario dei DS ha omesso una marea di dettagli importanti nel suo intervento, in cui fa sembrare “basso” uno stipendio netto da 4.718 euro (a suo dire, tutto ciò che entrerebbe nelle tasche di un deputato tolte le tasse).

Facilissimo smentire le sue parole: a parte il disprezzo della sinistra radical chic per i poveri, di cui questo intervento è pregno (4.718 euro è un buonissimo stipendio di un dirigente d’azienda privata), ma ciò che il nostro eroe ha omesso di dire è che, con diaria e rimborsi, in tasca ai parlamentari finiscono (almeno) 13.300 euro “spendibili” ogni mese.

Mica bazzeccole, insomma. Sempre secondo il quotidiano di Confindustria, infatti, se si contano le imposte addizionali, l’indennità parlamentare netta mensile ammonta circa a 5mila euro. Aggiungiamoci pure la diaria da 3.500 euro per i trasporti (più ulteriori 3.995 euro a trimestre di rimborso viaggi), il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato (3.690 euro), 1.200 euro annui di spese telefoniche, assistenza sanitaria ad hoc da 526,66 euro, assegno di fine mandato (784 euro). Tutto sommato, gli esperti della Camera dei deputati calcolano che (senza riduzioni e sospensioni) l’importo totale degli indennizzi percepiti da un parlamentare può ammontare fino a 16.393,12 euro.

Praticamente, quindi, i 5000 euro netti percepiti sono, di fatto, soldi che vanno ad essere risparmiati comodamente. Per dirne una, almeno lo stipendio del dirigente d’azienda è quello più qualche rimborso spese (mai minimamente paragonabile a quelli percepiti da Fassino). Ma queste considerazioni, per quanto noiose, non sono il fulcro dell’approfondimento, ma piuttosto una contestualizzazione delle parole proferite dall’ex primo cittadino torinese.

Il punto fondamentale, è l’assurdità del suono di queste parole alle orecchie degli italiani, il cui stipendio medio è inferiore del 12% rispetto alla media europea e del 23% rispetto a quella tedesca. Parlare di “stipendi non dorati” dall’alto delle tue proprietà terriere in Piemonte e i 5000 euro netti che ti metti da parte come niente ogni fine del mese, oltre ad essere un’enorme mancanza di rispetto (l’ennesima) nei confronti degli italiani, oltre ad essere un’enorme presa in giro, è anche sintomo della siderale distanza fra politici e paese reale, che affanna nel mezzo del lavoro precario, dei tirocini infiniti e dell’alternanza scuola-lavoro non retribuita per gli studenti, mentre i baroni della politica lagnano uno stipendio netto più alto di quello di certi dirigenti d’azienda privata.

È proprio questo totale distaccamento dalla realtà ad essere la causa del collasso totale della sinistra in Italia (già di suo una Nazione che, culturalmente, affine alla sinistra non è), aggrappata ormai in stato vegetativo ai tubi chiamati circoli ARCI, centri sociali, cooperative rosse alla Soumahoro e ZTL. Ed è un declino che, ci auguriamo, continui sempre di più e più rapidamente.