Di Emilio

Da poco è stata deliberata la vendita di TIM ad un fondo d’investimenti statunitense, ma cosa comporta? e chi sono i compratori?

Non è sicuramente la prima volta nell’ultimo ventennio che una delle maggiori società italiane viene privatizzata (vedi INA, Autostrade,Italsider/ILVA ecc.). TIM tuttavia ha un importanza non indifferente, poiché si tratta di una vera e propria infrastruttura strategica per la nazione. Si perché oltre ad essere il maggior operatore telefonico sul suolo nazionale ha anche un enorme valore aggiunto e un gran numero di infrastrutture su cui si basa la rete, appunto, di telecomunicazioni nazionale. In questo periodo è inoltre inutile sottolineare che in un periodo di “transizione digitale”, dove persino la guerra si fa anche in rete, la sua importanza è ancora maggiore.
Da questo è facile dedurre che vendere una così importante società, soprattutto se a un ente o fondo estero, è rischioso e, a nostro parere, rappresenta anche una perdita di sovranità nazionale.
Non ci dilungheremo ulteriormente sul tema privatizzazioni, anche perché da destra a sinistra, passando per i governi tecnici, è una formula che hanno usato tutti negli ultimi decenni.
Ma chi sono gli acquirenti? Chi gestirà i servizi e logicamente, i nostri dati?
Ad acquistare questa porzione di TIM, è stato un fondo americano di nome KKR, classificato come “private equity” de facto un fondo di investimenti finanziari (fra le loro proprietà figura anche Magneti Marelli, storica azienda italiana attiva nel settore automobilistico), tuttavia interessante è vedere come figuri nell’azienda il nome di David Petraeus, ex direttore della CIA. Spesso infatti abbiamo visto fondi di questo tipo perseguire agende politiche oltre che interessi finanziari, sperando che non sia questo il caso, perché non è una novità nella storia che enti privati esercitino pressione sui governi nazionali per via delle loro proprietà all’interno di essi, o esercitando e manipolando strumenti finanziari come lo SPREAD.
Sempre di recente inoltre, rimanendo a tema infrastrutture telefoniche e informatiche, è stato annunciato dall’amministrazione romana, che in ottica di “maggiore sicurezza per il giubileo” verranno installate migliaia di nuove telecamere per la città, all’interno poi del più vasto programma del 5G, quindi di competenza ovvia di TIM.

Sicuramente nel prossimo futuro i nostri dati avranno molto più valore e le società del settore più peso politico e strategico, quindi è necessario ed inevitabile guardare con occhio critico ed attento manovre di questo tipo.