Di Jean


Roma, via Acca Larentia, 7 gennaio 2024, ore 18:23. Un grido riecheggia tra i palazzi del quartiere Tuscolano: “presente!”. Migliaia di braccia si alzano congiuntamente al grido per rendere onore ai camerati caduti. Ogni anno migliaia di camerati si ritrovano per commemorare tre giovani caduti per un’Idea, in tempi in cui la militanza politica si pagava spesso con la vita. In questa via esattamente quarantasei anni fa tre ragazzi di 18, 19 e 20 trovarono la morte. Due di loro furono freddati da un gruppo terroristico comunista davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano mentre uscivano per un volantinaggio. Un altro ragazzo morì qualche ora dopo ucciso da un carabiniere durante gli scontri tra forze dell’ordine e giovani missini.
Una commemorazione che ogni anno fa indignare i benpensanti che a gran voce chiedono il divieto per l’anno seguente. Tra giuristi improvvisati pronti a citare il codice penale in maniera del tutto decontestualizzata e sedicenti intellettuali che mettono in guardia dal “fascismo eterno”, ogni otto gennaio si assiste al solito patetico teatrino.
Quest’anno però il semplice dibattito sulle reti sociali circa la necessità di proibire questo tipo di commemorazioni e di sciogliere le organizzazioni neofasciste si è trasformato in una questione discussa financo nei palazzi del potere e in Corte di Cassazione. Ed è proprio quest’ultima che tra pochi giorni potrebbe stabilire l’illegittimità del saluto romano anche a scopo commemorativo.
È stata la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein tra le prime a dare vita al dibattito. La mattina dell’otto gennaio, pubblicando un video sui social, annuncia di presentare un’interrogazione parlamentare e sottolinea l’importanza di sciogliere tutte le organizzazioni neofasciste. A seguire poi tutta l’intellighenzia di sinistra da Saviano a Berizzi mostra il proprio sdegno per i saluti romani. Nulla di nuovo se considera che giornalisti come quest’ultimo basano la quasi totalità dei loro articoli sull’eterno pericolo fascista.
Lo sdegno tuttavia non viene solo da sinistra. Diversi sono gli esponenti del centrodestra che si sono mostrati indignati per i saluti romani alla commemorazione del sette gennaio. Da buoni perbenisti (e, perché no, per evitare di compromettere i rapporti con l’opposizione) non hanno perso occasione per ricordare la presunta illegalità di questi gesti. V’è stato anche poi chi, come Donzelli (FDI) ha addirittura schernito i partecipanti defidendoli “utili idioti” che fanno comodo alla sinistra. Posizione analoga a quella di Diego Fusaro, intellettuale di riferimento per buona parte di sovranisti e presunti “antisistema”, il quale ha etichettato come “militonti” i camerati presenti ad Acca Larentia questo sette gennaio.
Non stupisce più di tanto la presa di posizione di Fratelli d’Italia. Già da anni molti dei suoi esponenti si sono smarcati dalle accuse di fascismo pur rivendicando l’eredità missina del partito.
Ciò che più rattristisce è vedere la condanna ai saluti romani da parte dei militanti di Gioventù Nazionale, movimento giovanile del partito sopracitato. Una sezione di GN ha dichiarato in un post su Instagram la loro estraneità ai fatti del sette gennaio nonché l’intrinseca apologia di fascismo di tale commemorazione. Hanno poi sottolineato come eventi simili siano inaccettabili in un paese democratico. Un comunicato che avrebbe benissimo potuto essere firmato “ANPI” se si considerano il tono e i contenuti. E invece no, è una nota di quel movimento che più dice di rifarsi al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano nella quale militavano i tre ragazzi caduti.
Ma con buona pace degli indignati di destra feticisti di ordine e decoro e dei benpensanti sinistroidi sempre pronti a gridare al pericolo fascista, i camerati il prossimo sette gennaio saranno ancora in Via Acca Larentia per commemorare tutti i camerati caduti. Nessun perbenismo e nessuna sentenza della Cassazione potranno mai impedire di ricordare di quei giovani che per un Ideale hanno dato la vita.