di Saturno

L’Europa ha una quantità elevata di movimenti separatisti, ce ne sono alcuni storici molto forti come quello catalano, altri che ormai non hanno più molto appeal, come quello bavarese. Alcuni hanno radici storiche profonde, come quello basco, altri no, come quello padano. Alcuni vorrebbero la separazione di un territorio per essere annesso ad un altro Stato, come il caso dell’Irlanda del Nord o del Sud Tirolo, altri vorrebbero la creazione di Stati ex novo, come la Bretagna o la Sardegna.

Talvolta tra i movimenti separatisti europei vi sono grosse componenti di sinistra ed estrema sinistra (come in Catalogna), il che fa ridere data la natura internazionalista di certe ideologie. Il paradosso dei separatisti di sinistra è che cercano di sottolineare le differenze della loro specifica comunità (che definiscono, a torto o ragione, “popolo”) rispetto alle persone che abitano nel resto del territorio dello Stato, ma allo stesso tempo sostengono posizioni anti-nazionaliste, anti-razziste ed egualitarie.

Che senso ha, ad esempio, sostenere una Sardegna indipendente perché “Sardigna no est Italia” ed allo stesso tempo avere posizioni pro-immigrazione di masse di gente dal terzo mondo che non condividono cultura, storia e valori con gli autoctoni, ed anzi i cui valori di cui sono portatori sono spesso anche contrari a quelli degli autoctoni (es. Islam e parità di genere)? Che senso ha rimarcare la differenza storica e culturale dei propri corregionali dal resto degli italiani, ma poi sostenere la creazione di uno stato indipendente dove chiunque può arrivare, prendere facilmente la cittadinanza e definirsi parte del “popolo sardo”?

Il nazionalismo civico alla francese o alla statunitense è una gran cazzata, far parte di un’entità giuridica politico-territoriale tramite la cittadinanza non equivale a far parte della nazione intesa come gruppo etnico di autoctoni di un determinato territorio. Stato e nazione sono concetti diversi, lo stato è un’entità amministrativa (es. Repubblica Italiana, Repubblica Federale di Germania, ecc.), mentre la nazione è un sinonimo di etnia, indica quindi un complesso di individui accomunati da fattori come: origini, storia, lingua, costumi o religione, o talvolta anche fattori biologici come gli afroamericani negli USA e gli Afrikaner in Sudafrica.

Nello Stato non-etnico la cittadinanza non coincide necessariamente con la nazione, essa è quindi solo un pezzo di carta che attesta l’appartenenza ad una istituzione e non a un popolo. La grande contraddizione dei compagni è quindi quella di sostenere con entusiasmo dei separatismi (non necessariamente europei) con retoriche (pseudo) identitarie ed etniche, ma allo stesso tempo accusare di razzismo chiunque rivendichi politiche identitarie.

Insomma i curdi hanno diritto al loro Stato coi confini designati su basi etniche perché sono un’etnia a sé differente da turchi, arabi e persiani, ed è giusto che abbiano uno Stato indipendente per poter preservare, valorizzare ed essere orgogliosi della propria identità nazionale, ed autodeterminarsi come popolo. Ma guai ad usare la stessa retorica su Stati come l’Italia, dicendo che l’Italia deve essere lo Stato etnico del popolo italiano, in cui gli italiani possono preservare, valorizzare ed essere orgogliosi della propria identità nazionale. In quel caso le etnie non esistono ed anzi se usi quella parola sei razzista, siamo tutti uguali, siamo tutti cittadini del mondo, siamo tutti un po’ gay, eh ma allora le invasioni nella penisola avvenute in passato??? Gli italiani non esistono!1!! Siamo tutti stranieri, nessuno è nativo, le identità nazionali sono sfruttate dalla borghesia come sovrastrutture per alienare i proletari dalla lotta di classe, bla bla bla razzismo, bla bla bla no all’odio, bla bla bla la diversità è una ricchezza, bla bla bla siamo tutti umani, bla bla bla…

Ahah che cringe la Meloni vuole vietare l’uso di parole straniere nelle comunicazioni ufficiali dell’amministrazione pubblica, ma che male c’è se le lingue si mescolano? Che problema c’è nel multiculturalismo? Cos’è tutto questo attaccamento becero alla “purezza” di una lingua? Questa proposta è stupida in quanto nazionalista e volta a rimarcare differenze tra “noi” e “gli altri”. Ah sì comunque noi sardi siamo un popolo a parte perché parliamo un’altra lingua, è giusto quindi che lo Stato tuteli la nostra lingua riconoscendola ufficialmente, e vogliamo anche le trasmissioni televisive in sardo e la segnaletica stradale bilingue con il sardo oltre all’italiano, perché se non ci danno la segnaletica stradale sarda siamo letteralmente vittime di colonialismo. Anzi fanculo vogliamo proprio uno Stato sardo indipendente, continueremo comunque a permettere l’arrivo di masse di africani sul nostro territorio e renderemo la cittadinanza il più accessibile possibile perché sennò sarebbe razzista non fare queste cose, però intanto vogliamo uno Stato nostro perché siamo un’etnia a parte dal resto dell’Italia continentale.

Oggi a sinistra, così come si parla ormai continuamente di diritti delle donne senza saper definire cos’è una donna e come non far risultare la cosa incoerente coi diritti di trans e persone non cisgender, allo stesso mondo si parla di diritti alla libertà e all’autodeterminazione dei popoli (ad es. il popolo palestinese) senza però essere in grado saper definire cos’è un popolo (anzi, talvolta anche negandone le esistenze) e come non far risultare la cosa incoerente con tutta la retorica progressista anti-nazionalista, anti-identitaria ed anti-razzista di cui fanno uso parallelamente.