di Saturno

Tra i concetti preconfezionati di cui oggi fa spesso uso il pensiero unico è quello dell’attribuire al colonialismo e agli europei tutte le colpe dell’attuale situazione di generale sottosviluppo (con tutte le conseguenze del caso) dell’Africa subsahariana. Eppure il periodo coloniale è passato da un bel po’, agli inizi degli anni ‘60 la maggior parte delle colonie africane avevano raggiunto l’indipendenza (con l’eccezione dell’Africa australe che, al di là del caso particolare della Namibia, completerà la decolonizzazione nel 1980 con lo Zimbabwe).

Se nel 2024 in Africa ci sono ancora ampi fenomeni di malnutrizione, analfabetismo e instabilità, la responsabilità è soprattutto di chi ha governato i nuovi Paesi indipendenti da circa mezzo secolo ad oggi. Già dagli anni ‘70 si manifestò una tendenza autoritaria nei governi africani: sorsero sempre più regimi personalistici di dittatori africani da quattro soldi che basavano il loro potere su un mix di repressione e sfruttamento della corruzione in funzione clientelare. Le nuove classi dirigenti africane, la cui inefficienza e corruzione atrofizzano la macchina amministrativa, unite all’incapacità dei governi di sviluppare e diversificare in modo efficace le economie dei propri Paesi, sono il principale motivo per cui l’Africa indipendente non ha saputo crescere. Per non parlare delle tensioni etniche, precedentemente tenute a bada dagli amministratori coloniali, ma scoppiate in vere e proprie guerre e genocidi quando gli europei hanno lasciato le chiavi di casa agli africani.

Inoltre va fatto presente che se dopo la decolonizzazione i vari governi africani hanno accettato di fare affari a condizioni economiche a loro apparentemente sconvenienti con compagnie private non africane (europee, cinesi, statunitensi, russe o multinazionali) per lo sfruttamento delle risorse (minerali, idrocarburi, cacao, ecc.), è perché gli amministratori africani che accettano di fare affari a tali condizioni lo fanno perché porta loro un qualche tornaconto personale in quanto essi sono, per l’appunto, corrotti. Il fatto che ci siano dei corruttori implica che ci siano anche dei corrotti, per ogni bustarella data da una compagnia occidentale c’è qualche amministratore africano che accetta di riceverla.

Gli europei sono stati estromessi da responsabilità dai governi e dalle macchine amministrative dei Paesi africani post-coloniali, non si può quindi dare la colpa ai bianchi se l’Africa dopo circa mezzo secolo dalla decolonizzazione è andata degenerando in modo così eclatante.

Questo vuole essere solo una piccolo spunto di riflessione su un tema spesso citato, ma  superficialmente e da un solo punto di vista. Per chi volesse approfondire una riflessione sui problemi dell’Africa che non consista nella becera martirizzazione dell’uomo nero come vittima assoluta ed eterna, e nella colpevolizzazione dell’uomo bianco come eterno carnefice e sfruttatore, consiglio il seguente interessante articolo del Primato Nazionale scritto da Tommaso Indelli.