Di Rocco

Sono terminati da pochi i giorni i ballottaggi, dunque con essi si chiude definitivamente il capitolo elezioni amministrative 2021. I nuovi sindaci in molti dei principali comuni italiani e non solo sono stati decretati, quindi ora è il momento di fare dei ragionamenti.

Oltre la classica analisi dei risultati elettorali, qual è stato il vero bilancio politico di queste elezioni?

Il centrodestra si è sciolto miseramente come un ghiacciolo sotto a un cocente sole estivo, perdendo in tutte e cinque le grandi città italiane e conquistando solo un capoluogo di provincia su nove.

Le cause principali sono molteplici.

Come spesso accaduto in passato, con il supporto dei media di regime, e della sinistra giudiziaria, sono piombate con estrema precisione le solite inchieste ad orologeria proprio in campagna elettorale. Il ridicolo caso Morisi, mente della strategia comunicativa della Lega, riportato sui giornali due settimane prima delle elezioni, pur riguardando fatti risalenti al mese di agosto, e che ora, sparito casualmente dalle notizie, va verso l’archiviazione. L’altro “scossone” è stato causata invece dall’inchiesta di FanPage su Fratelli D’Italia, che ha riportato, dopo tre anni di infiltrazione, 10 minuti di girato contenenti un tentato finanziamento in nero, del giornalista stesso, ad alcune cene della campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Milano. Un’induzione al reato quindi.

Tanto è bastato per scatenare, in tutto il dibattito politico, grazie all’ausilio dei soliti professionisti dell’informazione, lo spettro di un ritorno imminente del fascismo in Italia, spostare totalmente il centro del dibattito politico portandolo su argomenti quanto più lontani dalle reali necessità del popolo e militarizzare il proprio elettorato.

Sono queste le battaglie della sinistra nostrana, che combatte ed emargina i lavoratori, servendosi degli sgherri del potere in divisa blu per punirli. Come biasimare chi si preoccupa di indire manifestazioni antifasciste, riesumando vecchi tromboni e detriti della società, esibendo baldanzosamente bandiere rosse con falci e martello, per la gioia di Letta, Landini e Zingaretti.

Va detto però che, Meloni e Salvini dal canto loro, ci cascano ogni volta con tutte le scarpe in questo tranello. Preoccupandosi nelle ultime settimane di ricevere presunte patenti di antifascismo e non capendo di fare proprio il gioco calcolato e voluto dalla sinistra, che riesce invece a compattarsi e issare come bandiera di valori ed eroe nazionale Mimmo Lucano, condannato a 13 anni e 2 mesi per la gestione dell’accoglienza dei migranti.

Il “centrodestra” ha pensato bene di farsi la guerra e avanzare candidati che non hanno saputo catalizzare il voto dell’elettorato, dando quasi l’impressione di voler perdere, come con Michetti a Roma.

I programmi hanno lasciato posto agli slogan e al blaterare.

La vera sconfitta però è di tutti ed è rappresentata dal non essere riusciti a portare al voto oltre il 50% dell’elettorato, che è rimasto a casa e ha guardato con disprezzo la classe politica.

Il dato che emerge è che oltre 20 milioni di italiani si sono distaccati dalla politica, disillusi da anni di mancate proposte e personaggi impresentabili.

La vera battaglia da qui, ai prossimi cinque anni, dovrà essere proprio questa: riportare quelle persone al voto, dalla propria parte, ricostruire un consenso, ritrovare iscritti e sostenitori. Se si vuole far sorgere ed educare una nuova classe valida e competente di amministratori pubblici.