di Sembe

Nuovo anno solita salsa: i russi cattivi che si preparano a distruggere il bello e buono “mondo libero”. Se la geopolitica fosse ciò che viene trasmesso dai media la gente vivrebbe veramente in un paese delle favole senza alcuna connessione con la realtà.

Purtroppo per chi non vuole capire come si muove il mondo in cui si vive e a cui non si scampa, la realtà ha tutto un altro sapore meno semplice e molto più profondo e complesso.

Data la recente presunta mobilitazione di forze militari russe verso il confine con l’Ucraina gli Stati Uniti e i loro “vassalli” stanno già gridando alla minaccia di aggressione.

Partiamo dal presupposto che uno Stato sovrano, quale è la Russia, nel suo territorio interno può muovere le sue forze come preferisce e crede, gli USA d’altro canto, per il controllo del loro impero sovranazionale, non si fanno di certo problemi a mobilitare flotte verso paesi che non sono allineati ai loro progetti e lo hanno già dimostrato ampiamente (I raid partiti ormai diversi anni fa da una portaerei USA nel Mediterraneo contro la casa dell’allora Leader Libico Gheddafi ne sono la dimostrazione lampante).

Nel frattempo però va considerato veramente chi è che allunga sempre più la mano verso i confini della Russia. Con la scusa dell’alleanza NATO le forze armate Occidentali si avvicinano sempre di più ai ben difesi bordi della patria dello Zar. Putin è certamente un avversario astuto, non cade nelle provocazioni dei suoi nemici e, nonostante oltre al fronte del Donbass ora sia esploso anche il caso Kazako (sedato in 4 giorni con l’intervento dei vdv russi, le truppe aviotrasportate), tiene salda l’influenza del suo blocco.

Si potrebbe parlare ore anche del Kazakistan appunto, ad esempio chiedendosi di chi sia la mano dietro le recenti rivolte (che abbiamo capito ormai, raramente sono spontanee), ma ci limitiamo a constatare che a tutte le mosse dell’Occidente contro l’orso orientale sia seguito un vero e proprio ritorno di fiamma; spoiler: l’aumento esponenziale del prezzo del carburante non è avvenuto a caso.

Lo spettro della guerra che viene tirato fuori a comando ormai ha perso la sua efficacia da più di trent’anni, senza contare la scusa ideologica della “lotta al Comunismo”, e le ragioni di questo sempre acceso conflitto ormai si sono dimostrate puramente economiche.

Di certo le mosse della NATO alle porte del gigante russo non hanno scalfito la leadership di Putin, ormai volto eminente della Superpotenza russa da oltre vent’anni. Al contrario non può sfuggirci che l’Occidente sia sempre più claudicante nella politica estera, ma solo il tempo conosce gli esiti della storia.