di Cippa

Più di cent’anni sono trascorsi dal discorso di Benito Mussolini in Piazza San Sepolcro a Milano. Il discorso ha inaugurato la fondazione ufficiale del movimento dei “Fasci italiani di combattimento”. Il Sansepolcrismo, il Primo Fascismo… Ciò che nacque quel giorno segnò l’inizio di un processo che avrebbe cambiato il mondo.

Sia che la si veda dalla “nostra” che dalla “loro” parte, è innegabile che il Fascismo in quel Ventennio ha rivoluzionato il Bel Paese e il mondo intero. Quello che avrebbe potuto ancora fare, per parlare in termini aristotelici quello che il Fascismo era in potenza di divenire in quella giornata di marzo, era qualcosa che ha spaventato il mondo. E non stiamo parlando dello Squadrismo tanto temuto o del Totalitarismo mussoliniano, peraltro abbondantemente discutibile. Quello di cui parlava durante quel periodo e durante la R.S.I. il Fascismo, era la Terza Via.

Questa incredibile e potentissima idea che emerse contrastando i due orrendi tiranni del Comunismo e del Capitalismo, l’idea che aveva attratto Ezra Pound nella sua incessante lotta ai daneistocrati: la Terza Via. Quello che venne dopo fu il Regime, la Guerra coloniale, la Rivoluzione Spagnola di Franco, la Seconda Guerra Mondiale, la Repubblica Sociale Italiana. E fu enorme, monumentale che piaccia o meno. Le esigenze di un Paese come l’Italia come quella che era durante il primo Novecento specie dopo il crollo di Wall Street erano tali che il Governo Mussolini dovette agire in maniere estreme per contrastare la distruttiva rivoluzione proletaria che spingeva dall’Est e, nel contempo, non tradire il Socialismo intrinseco che lo distingueva. Qualcosa di impossibile forse ma non possiamo stare qui a giudicare la storia.

Ciò che va ricordato di quel 23 Marzo del 1919 è l’idea che Benito Mussolini e altre menti italiane hanno scagliato sul mondo come un dardo infiammato, rischiarando i due orrendi volti a Oriente e ad Occidente. Non possiamo riprodurre un’economia poundiana nel 2022, non possiamo pensare di fare una Marcia su Roma. L’esempio che avevano nello spirito rivoluzionario quegli uomini è ciò che va ammirato e perseguito.