Di Lorenzo

Lo sentite questo suono. L’era delle immagini può condurre alla cecità, ma il vibrato è ancora lì. Chiudi gli occhi studente, giovane lavoratore, disoccupato, sognatore, ingegnere di mondi. Resta in silenzio tra le grida degli illusi. Dove tutto è eccitazione, sparisce la passione. Questa la vittoria del mondo che ci circonda, l’essere il mandante e l’omicida del bramoso desiderio di credere. Credere ancora. Eppure sentiamo questo fremito, questo caldo che dalla bocca dello stomaco invade tutto il corpo e ci muove verso il destino. Apri, ora, gli occhi e rifletti la tua immagine davanti allo specchio. L’unico volto che vedrai è quello di altri mille come il tuo. Mille volti aggrappati allo scoglio del “noi” che non si preoccupano del vento, degli strilli e dei silenzi del presente. Quando abbracci la tradizione hai bisogno ancora di maestri? Hai bisogno di spenti uomini di mezza età che incatenino la tua esistenza agli anniversari? Di versi da ripetere a memoria? Di fresche idee che vengono da ieri ormai divenute catene per le generazioni del domani? No. Due lettere, una nuova galassia.

Battiti. Fallo contro quella che chiamano vita, sconfiggi quella vecchia, putrida, insignificante esistenza. Edifica con le tue mani e il tuo intelletto la terra dei figli, di cui tu sei figlio e unico erede. Non abbiamo fratelli nelle fredde strade della modernità, avremo solo discendenti. Seguendo la via eterna, che ritorna sempre, ma che ogni volta è novità. Non più cloni, ma nuovi paradigmi. Lo schiaffo che esplode, l’intelligenza che supera e sublima quella artificiale. Dove la volontà più forte vince, trionfiamo noi. Perché tutto è stato letto a partire dal futuro che diviniamo, conosciamo il passato che è l’incubo di chi può solo supporre e fantasticare sul progresso. Ritorniamo alle parole, unica arma che mai si potrà rivoltare contro di noi. Capace, anzi, di diventare il raggio in grado di creare l’avvenire che vogliamo. A nostra immagine e somiglianza. Armati. Munisciti di coraggio, di esempi e di propaganda. L’agitazione febbrile sveglierà chi cerca, ancora, un perché e un percome. Siamo il folle sudore zampillante nelle sere d’inverno, la fiamma che scioglie la cera sopra la scritta futuro.

Il Blocco è l’agitazione.

Il Blocco è l’unione di tutti i costruttori.

Il Blocco è l’agitazione.

Il Blocco disprezza i guardiani della cenere.