Mancini: “Giusto ricercare merito e trasparenza ma restano inaccettabili tagli generalizzati e precarizzazione dei ricercatori”

Roma, 26 ottobre – “Esprimere un giudizio totalmente negativo sul DDL 1905 sarebbe sintomo di faziosità ideologica, in quanto sono sicuramente apprezzabili i provvedimenti tesi ad ottenere maggiore trasparenza e ricerca del merito, così come lo è la volontà di tagliare gli sprechi. Restano però inaccettabili le soluzioni proposte in ordine al sottofinanziamento generale degli atenei pubblici, all’ingresso dei privati nei Cda delle università pubbliche e alla precarizzazione dei ricercatori”. Lo afferma in una nota Noah Mancini, senatore accademico a Tor Vergata e responsabile universitario del Blocco Studentesco, delineando così la posizione del movimento in merito ai provvedimenti contenuti nel cosiddetto DDL Gelmini.

“L’intromissione di interessi privati negli atenei pubblici – spiega Mancini – è una conseguenza diretta dei tagli al Fondo Ordinario delle Università (FFO) e della riforma dei Cda prevista dal §DDL. Già due anni fa, quando la legge 133 non era ancora stata trasformata nella 180, avevamo esposto come primo punto del nostro programma l’idea di bloccare qualsiasi intromissione dei privati nelle università che non fosse subordinata, legalmente ed economicamente, al controllo diretto in forma partecipativa da parte dell’ateneo”.

Altro tema cruciale è la cosiddetta “questione dei ricercatori”. “Da un’attenta analisi emerge come la riforma penalizzi la categoria mettendo in esaurimento il ruolo e creando grosse difficoltà di avanzamento di carriera – prosegue il senatore accademico del Blocco Studentesco –. In linea generale quello che va rivisto è il ruolo dello Stato, che va riconcepito come etico, organico e sociale, tenendo conto sì del merito, ma dove tutti, in quanto cittadini italiani, partano dallo stesso nastro di partenza. Salvo qualche buono spunto – conclude Mancini – riteniamo che il DDL vada rivisto sia nei princìpi ispiratori che nell’attuazione pratica”.