Verona 16 febbraio – “Il 20 febbraio saremo in piazza a Verona per manifestare contro questo governo composto da ‘baroni’ e al servizio di banche e poteri forti, per ribadire al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che l’Italia non è in vendita e che l’università non deve essere un privilegio, ma pubblica, di qualità e accessibile a tutti”. Lo annuncia in una nota il responsabile per il Veneto del Blocco Studentesco, Alessandro Gandini. “L’appuntamento per il corteo è in piazza Pradaval per le ore 8 – aggiunge Gandini – e si concluderà al Polo Zanotto dell’università di Verona, dove il ministro Profumo terrà la sua “lectio magistralis” in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico”.

“Sarà l’occasione per ricordare a questo governo non eletto da nessuno e voluto dalla speculazione finanziaria, che in Italia c’è chi non è disposto a rinunciare alla propria sovranità nazionale per ‘rassicurare i mercati’, cedere al ricatto delle agenzie di rating e rispondere alle imposizioni della Bce – spiega il responsabile nazionale del Blocco Studentesco Università, Davide Di Stefano -. Alla favola del governo dei ‘bravi professori disinteressati’ e dei sacrifici ‘medicina amara ma necessaria’ non ci crediamo. Non possiamo crederci quando ad essere attaccati sono il mondo del lavoro, le pensioni e il principio stesso dello stato sociale, mentre viene concessa copertura finanziaria illimitata per le banche e vengono regalati 2,5 mld di euro a Morgan Stanley. Non possiamo crederci quando i ministri di un governo esaltano la precarietà del lavoro ma assicurano ai propri figli posti fissi e ben remunerati”.

“Anche per gli atenei – prosegue l’esponente del Blocco Studentesco – non permetteremo che ad affermarsi sia una logica di liberismo sfrenato e ispirata al modello anglosassone, con università di serie ‘a’ private o dai costi proibitivi, con studenti costretti ad indebitarsi per una vita magari con un bel prestito d’onore concesso da Unicredit, e università di serie ‘b’, ‘circoli ricreativi di secondo livello’ incapaci di garantire un’istruzione di qualità e destinate agli ‘sfigati’”. “Il disegno politico è chiaro – conclude Di Stefano -. e il popolo italiano così come quello greco lo sta vivendo sulla propria pelle: fare dell’Europa una colonia dei mercati. Opporsi a tutto questo per noi è semplicemente un dovere”.