di Elena

A distanza di poco più di un anno dalle polemiche contro il professore che all’Università degli studi di Siena dedicava parole di speranza ad Adolf Hitler, l’Ateneo torna in prima pagina con un’altra diatriba. A quanto apprendiamo dai media tale Professor Gozzini (ordinario di storia contemporanea e di storia del giornalismo) si è lasciato andare in commenti poco politically correct ai danni della leader di Fratelli d’Italia, che ha colto la palla al balzo per sottolineare la gravità delle espressioni utilizzate dal professore nei confronti di una donna. Questo ancora una volta a riprova del fatto che non si può in alcun modo criticare una donna senza passare per la gogna mediatica.

La sicurezza dimostrata dal professore sotto gli occhi concordi di due suoi colleghi ci lascia intendere quanto egli fosse sicuro e cosciente di quanto stava confessando. Non a caso le sue scuse sono sembrate delle lacrime di coccodrillo, come quelle di Alan Friedman che abbiamo capito non essere un ammiratore dell’ex First Lady degli USA, Melania Trump. Il Rettore dell’Unisi Francesco Frati, poi, non ha tardato a condannare le accuse che Gozzini ha rivolto a Giorgia Meloni anche se, da quanto si evince dalle sue dichiarazioni, sembravano più un tentativo di lavarsene le mani, delegando le decisioni pratiche agli ‘’organi competenti’’. Il comportamento dell’Egregio Signor Rettore non ci coglie di sorpresa, in quanto più volte ha cercato di delegare il delegabile per non finire nell’occhio del ciclone, non a caso a tratti pare ricordarci il personaggio Duccio Patanè della serie tv Boris.

Il “povero” professor Gozzini si è trovato con le spalle al muro, a proteggerlo non si è presentato nemmeno un esponente del Partito Democratico, che lo aveva eletto ad assessore nel capoluogo toscano. Possiamo quindi supporre che il PD abbia sprecato troppe energie nella guerra contro gli autori di un (pericolosissimo) volantinaggio in una nota scuola fiorentina per occuparsi di questo suo pupillo.

Va detto però che già ai tempi della sua discesa in politica, il nostro eroe si è trovato sulla bocca di tutti per asserzioni poco consone ad un rappresentante del popolo. Siamo di fronte ad un vero e proprio opinionista che non sa tenere la lingua a casa, la Tina Cipollari dei salotti universitari insomma.

Tutto sommato ci fa quasi pena questo personaggio, anni di ricerche e studi accantonati per tre parole lanciate al vento probabilmente senza cognizione di causa. Vogliamo però provare ad essere controcorrente e solidali con questo professore che, con la sua aria un po’ ingenua e istintiva, ci spinge a dare una spiegazione a tutto questo ambaradan.

Purtroppo, ciò che è successo è il frutto del lavoro costante ed integerrimo di personaggi come lui. Dalla seconda metà del secolo scorso, fior di intellettuali e non, schierati con la sinistra radical chic, si sono impegnati a creare un sistema perfetto in cui la libertà di espressione (anche se a volte dovrebbe subentrare il buon senso) è negata. Hanno creato categorie di intoccabili ed inattaccabili (neanche per mezzo di satira o semplice ironia). Questa ‘’élite’’ è ben consapevole che basta un nulla per spezzare la vita di un essere umano, è sufficiente buttarlo in mezzo ad una massa di odiatori compulsivi, sempre a caccia del fascista, sessista, razzista o suprematista bianco. Essi (le menti) giudicano da bordo piscina se l’uomo o la donna in pericolo possa essere salvato, in vista di un’utilità futura. Nessuno però ha ancora gettato la cima per Gozzini che sarà sicuramente in attesa che il caos si sgonfi e che al centro della ribalta ci vada un altro capro espiatorio.

La vittima della situazione Giorgia Meloni è corsa ai ripari, proteggendosi dietro il grande ombrello del sessismo come una qualsiasi Asia Argento e nemmeno questo ci sorprende. Le parole del nostro protagonista sono sicuramente offensive e di dubbio gusto, ma non ci sembra che abbiano a che fare con l’appartenenza sessuale della leader di FdI, quanto più con l’orientamento politico di quest’ultima: diametralmente opposto a quello di Gozzini. Come accennato poc’anzi, nel 2021 esprimere commenti (più o meno pesanti, ma comunque non sessisti) su una donna o aspirante tale (basti vedere la polemica sulla partecipazione delle transgender a competizioni sportive femminili) è diventato impossibile.

La faccenda sembra essersi conclusa in tempi rapidi (l’Ateneo ha già emesso la sentenza), talmente tanto rapidi che le associazioni femministe e studentesche senesi, mancano ancora all’appello e noi non abbiamo fatto in tempo a comprare i popcorn.

Ci auguriamo comunque che il Professore dedichi questo tempo di solitudine ad una riflessione ampia sugli eventi passati (non soltanto personali) senza piagnistei o suppliche ma tenendo al sicuro il proprio orgoglio ferito. Che gli possa servire da monito per il futuro, le parole vanno sempre pesate.