Di Sembe

Settembre 2021: Nell’oceano più grande del mondo le acque si stanno agitando.

Più di cento anni dopo le avventure di Corto Maltese, indubbiamente più romantiche, il pacifico torna sotto la nostra attenzione. In quei mari tirano venti di guerra fredda: la creazione di una nuova alleanza militare, nuovi avamposti artificiali cinesi, il ritorno del vecchio impero di mare e uno storico alleato tradito.

Premessa, in questi mesi la Cina, nella sua marcia per la conquista al trono del mondo, ha rivolto lo sguardo e la sua marina militare nel mar meridionale cinese. Con la creazione di atolli artificiali per la costruzione di avamposti nella regione centro delle più importanti rotte commerciali del pianeta. Ma su questo non ci dilunghiamo in quanto ne abbiamo già parlato più nel dettaglio in un altro nostro articolo.

Dall’altra parte della barricata e dell’oceano gli Stati Uniti, l’Australia e il Regno Unito danno vita ad una nuova alleanza militare: l’Aukus.

Questa sorta di Nato, tutta anglofona, desta preoccupazione nei palazzi del potere a Pechino, perché anche se non dichiarato, l’alleanza nasce palesemente in chiave anti cinese, per mostrare al dragone asiatico che il pacifico è una zona ancora sotto il dominio dell’occidente.

Particolare è stata l’insistenza del Regno Unito per entrare nella neonata alleanza, un cercare di tornare ai radiosi splendori del vecchio impero. Ricorda, il premier Johnson, lo storico legame con la sua ex colonia detentiva e per lei costruirà una futura flotta di sottomarini.

Ed eccoci all’ultima notizia, la Francia doveva dotare l’Australia di una flotta di sottomarini nucleari dal valore di 56 miliardi di euro, commissione all’ultimo annullata per l’acquisto di missili ed un’imbarcazione a propulsione nucleare americana.

Lungi noi da prendere le parti di Macron ma l’intervento americano ha mandato un messaggio: il pacifico è zona loro e non c’è spazio per gli interessi europei.

La Francia in risposta ha dichiarato che ciò metterà in crisi i suoi rapporti con la Nato e alla “forte” decisione di richiamare i suoi ambasciatori da Washington e Canberra.

Si deve dare atto che la Francia per la politica estera è un cavallo libero, proviamo un secondo immaginare se uno smacco così da parte americana come avrebbero risposto i nostri politici, solo il fatto di avere Di Maio agli esteri fa ridere e mette imbarazzo. Ve lo diciamo noi, sarebbero stati a cuccia.

Il futuro del mondo sembra decidersi ad oriente dove ci sono le maggiori rotte commerciali internazionali, l’Europa perde sempre più importanza e viene tagliata fuori anche dai suoi “alleati” (leggasi occupanti).

Inoltre analizzando il caso Francia si pensi addirittura che la Von der Leyden ha saputo dell’Aukus il giorno prima della sua istituzione.

Vedremo se ciò riuscirà a fermare le aspirazioni della Cina ma nel frattempo l’Europa ne risulta tenuta in disparte a guardare passivamente la grande partita.