di Saturno

UNA SOCIETÀ OSTILE E SENZA SPERANZA

Per chi ha dentro di sé la fiamma di un ideale come il nostro, è facile guardare l’attuale stato della società occidentale e perdere la speranza. Credere che tutto sia diventato così marcio e putrido in modo irreversibile, dirsi che è tutto perduto e non vale la pena neanche illudersi che la situazione possa cambiare.

Le masse sono contro di noi. Certo, se guardiamo alla totalità della gente che ci circonda c’è chi ci ostacola di più e chi meno: da chi attivamente cerca di intralciarci in ogni modo possibile a chi magari non ha un atteggiamento attivamente ostile ma se glielo chiedi è antifascista e guarda male noi e quello che rappresentiamo.

La nostra di conseguenza è una battaglia contro i mulini a vento?

È comprensibile sentirsi scoraggiati quando si ha la percezione di avere contro il mondo intero e che tutto sia ormai andato a puttane, ma la verità è diversa da questa superficiale apparenza. Bisogna capire come si è arrivati a questo punto, così da capire anche cosa fare per cambiare le cose.

EGEMONIA CULTURALE DI SINISTRA

Antonio Gramsci spiegò che l’egemonia culturale è uno dei modi con cui la classe dominante (a sua detta, la borghesia) teneva sotto controllo la società. Per avere in mano una società non serve solo il bastone, la forza, con cui si può minacciare e reprimere chi si vuole ribellare, ma anche la cultura, in questo caso imponendo a tutti un sistema di pensiero con dei valori che vanno a beneficio solo di una classe o di un gruppo ma che vengono fatti passare per universali. Questa falsa coscienza viene inculcata alle masse in tutti i modi, con la scuola, con i mass media, con gli intellettuali, con libri e film, con la religione, ecc.

Suona familiare? Perché lo è. È così che si inganna lo schiavo facendogli credere che è libero e non incatenato al muro, ed anzi egli stesso si accanirà contro coloro che non si uniformano alla cultura.

Dal secondo dopoguerra i comunisti, dato che a livello elettorale non potevano battere la Democrazia Cristiana, per prendere le redini del Paese si sono pian piano infiltrati ovunque, nelle scuole e nelle università, nella magistratura, nella pubblica amministrazione, in giornali e televisioni, così da conquistare pezzo dopo pezzo la cultura, imponendo i loro valori e le loro idee alle masse.

Se le masse si definiscono antifasciste è perché comprendono cosa sia il fascismo e di conseguenza hanno deciso coscientemente di opporvisi diventando antifascisti? No, la stragrande maggioranza delle persone non sa neanche cosa sia il fascismo, però fin da bambini vengono bombardati da una cultura ossessionata dal mettere il fascismo sotto una cattiva luce. Se le masse credono che “siamo tutti uguali” è perché se lo sono sentiti ripetere ovunque e costantemente, mica perché hanno coscientemente deciso di far proprio quel concetto. La mancanza di poli culturali (rilevanti) opposti alla cultura dominante non permette alle masse di vedere delle alternative e quindi queste vengono influenzate unilateralmente.

Bambini e ragazzi a scuola vengono talvolta costretti a cantare canzoni partigiane, ad andare alle commemorazioni del 25 aprile, a sentirsi dire dai professori che il fascismo è stato il male assoluto che ha rovinato l’Italia e che partigiani sono stati eroi senza macchia grazie ai quali noi oggi viviamo nel migliore dei mondi possibili. Aprendo i manuali scolastici si parla del fascismo come di una sorta di regime retrogrado che ha oppresso il popolo italiano col lieto fine della liberazione. Tornando a casa si accende la televisione e appaiono programmi con conduttori televisivi che continuamente parlano di “onda nera”, di “pericolo fascista”, annunciando che i fascisti (persone cattive) sono dietro l’angolo ed agiscono per diffondere odio e discordia tra le persone. Finendo la scuola superiore ed andando all’università poi scopri che lì i professori sono anche peggio, ancora più politicizzati e che confondono (volutamente) il loro lavoro con l’attivismo politico.

Andando al bar si apre nella maggior parte dei giornali gli articoli hanno lo stesso tono di informazione iper-filtrata e manipolata per alimentare una narrazione politica di sinistra a discapito della veridicità della notizia, ad esempio ogni volta che un nero o un omosessuale viene aggredito, ancor prima di scoprire chi è stato l’aggressore ed il motivo del gesto, si grida razzismo e all’omofobia causati da un “clima d’odio” su cui soffiano sopra “le destre”[1]. Aprendo youtube idem, scopriamo che gli youtuber che fanno “informazione” sono per lo più di sinistra. Aprendo instagram troviamo influencer da quattro soldi che quando parlano di politica portano avanti sempre quella solita narrazione onnipresente.

Persino con i nomi delle strade si cerca di fare il lavaggio del cervello alle persone. Siamo pieni di strade dedicate alle vittime di stragi fatte dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ma guai a proporre di dedicare Vie o piazze alle vittime dei partigiani, come Norma Cossetto, ventenne stuprata e infoibata dai titini, o a Giuseppina Ghersi, tredicenne violentata e uccisa dai partigiani. Ogni qualvolta che un’associazione, un partito politico o un’amministrazione comunale annuncia la volontà di dedicare uno spazio pubblico al ricordo di vittime innocenti dei “liberatori”, subito diventa un caso nazionale, ANPI, partiti di sinistra, sindacati, opinionisti, giornali, tutti insorgono contro questa bestemmia alla religione della resistenza, non sia mai ricordare che anche i partigiani hanno fatto tante vittime innocenti, altrimenti poi qualche folle potrebbe anche farsi strane idee e pensare che loro non fossero eroi[2].

Il Partito Comunista non esiste più da tempo, ma il sistema di potere che ha creato infiltrandosi in ogni dove, non solo gli è sopravvissuto, ma ha anche saputo rinnovarsi. Ed è questo il modo in cui la sinistra si è impossessata dell’Italia facendola marcire: modificando la cultura in base ai propri valori e le proprie credenze, imponendo cosa è accettabile e cosa no, cosa è legittimo dire, fare e pensare, e cosa no. Se non sei asservito al sistema accettando tutti i suoi standard e le sue regole (da loro imposte), automaticamente sei emarginato e demonizzato come un folle pericoloso.

Questa cosa ha avuto e sta avendo conseguenze anche nel modo in cui i partiti fanno politica: prima si traccia una linea di demarcazione per definire cosa va bene e cosa no, si dice ad esempio che il fascismo non va bene e che uno può anche essere di destra senza essere fascista[3], prima si demonizza il fascismo e poi le definizioni di “fascismo” e “fascista” vengono pian piano sempre più allargate con fantasiose giravolte per appiccicare quell’etichetta quanti più avversari politici possibile.

CasaPound? Fascista, ovviamente, lo dicono anche loro stessi, quindi su questo non c’è dubbio. Poi però anche Fratelli d’Italia viene definita fascista, anche Salvini viene definito fascista, persino Berlusconi veniva definito fascista quando ancora contava qualcosa in politica! Beh sai com’è, allearsi con Fini, nonostante abbia rinnegato il fascismo (attirandosi l’odio profondo dei fascisti, quelli veri) arriva pur sempre dall’MSI, quindi questo fa di Berlusconi un fascista, essere contrari all’immigrazione significa essere razzisti e il razzismo è sinonimo di fascismo, essere contrari all’agenda LGBT significa essere omofobi e l’omofobia è parte dell’ideologia fascista. Uscire dall’UE e dall’euro? Queste proposte suonano proprio come idee nazionaliste, e il nazionalismo ha causato due guerre mondiali. Preferiresti che lo stato spenda soldi per aiutare i tuoi connazionali in difficoltà anziché le cooperative rosse che gestiscono i centri d’accoglienza? Razzista, quindi fascista. Usi parole retrograde come “patria” e “nazione”? Fascista.

La verità quindi è che la sinistra tiene per le palle la destra “istituzionale”, perché quando quest’ultima prende posizioni troppo contrarie ai valori di cui la sinistra si fa portatrice (ma che spaccia per universali), ecco che la sinistra inizia a stringergliele facendo partire la macchina del fango e costringendo la destra a chiedere scusa, prendere le distanze, chinare il capo e fare un passo indietro.

“Pare proprio che da qui alle elezioni sarà una gara tra Repubblica che cerca di convincerci che Fdi è un partito fichissimo, assolutamente da votare, e Fdi che cercherà di spiegarci che invece no, loro sono un partito assolutamente liberale, quindi invotabile”

Si pensi anche solo al come alcuni grossi partiti politici sostenessero qualche anno fa posizioni di uscita da euro ed UE, per stabilirsi poi su posizioni “riformiste” e di “battere i pugni sul tavolo” a Bruxelles, ed infine arrivare a fare i simp di Mario Draghi[4].

Questo si è riflettuto nel popolo: nel 2015 e 2016 era normale ed accettabile parlare con le persone comuni di uscita da euro ed UE, oggi no, altrimenti si viene visto come un folle che desidera un qualcosa di dannoso per la nazione. Il lavaggio del cervello ha proceduto bene.

UNA SOCIETÀ OSTILE?

Le masse nella società di oggi si sono dimostrate poco più che NPC programmabili e senza grosse capacità di pensiero critico autonomo, esse vengono inconsapevolmente plasmate nel modo di pensare dai messaggi senza senso con cui vengono bombardate costantemente. Questo Gramsci lo aveva capito bene, ed oggi quella strategia è ancora attuale, anzi con internet e la comunicazione istantanea odierna l’importanza di controllare la cultura si è moltiplicata.

Le masse sono a noi ostili? Apparentemente sì, chi più e chi meno. Però bisogna prendersela con chi le influenza portandole alla degenerazione.

La verità è che le persone colpevoli del trascinare la società verso il basso, verso la degenerazione, sono relativamente poche e non la maggioranza. Non bisogna dimenticarsi che la massa è alla mercé di chi ne influenza il pensiero plasmando la cultura a proprio uso e consumo con scuola, telegiornali, giornali, programmi TV, storie sui social, musica, ecc. Di conseguenza ha senso prendersela con la massa ed odiarla? No. Non è il gregge ad essere il nostro nemico. Non c’è motivo di odiare chi ogni giorno si siede davanti alla TV e senza rendersene conto si fa svitare il cranio e cagare in testa al punto da iniziare a credere cose senza senso. Chi è vittima del sistema, specie i più rincoglioniti, meritano solo compassione.

A meritare odio non è la massa, o quella parte di massa che viene inconsapevolmente trasformata in ingranaggi del sistema. A meritare odio sono coloro che attivamente e più di tutti sono colpevoli di aver definito la conformità, la normalità, cosa va bene e cosa no, cosa dovrebbe credere una persona come si deve e cosa no, quella stessa conformità che ha normalizzato idee grottesche e ripugnanti che sta trasformando l’Occidentale in un letamaio di degenerazione: quei fanatici professori di sinistra che volutamente e consapevolmente influenzano politicamente i propri studenti, i giornalisti bugiardi e mercenari pagati per gettare fango contro i nemici del sistema, i militanti antifascisti che svolgono il ruolo di guardie armate della reazione,  presidi che permettono a  drag queen di  entrare nelle scuole a confondere le idee in testa ai bambini, quei magistrati politicizzati che cercano la pagliuzza nell’occhio di alcuni e ignorano la trave negli occhi di altri, preti che anziché occuparsi delle anime preferiscono occuparsi di politica facendo esplicitamente opposizione a partiti e movimenti identitari[5], politici che per farsi rieleggere a tutti i costi cercando di allargare la propria base elettorale e racimolare qualche lurido voto appellandosi a gruppi portatori di idee degenerate e sostenendo l’arrivo in massa di stranieri (tutti loro futuri elettori) a costo di sostituire etnicamente il proprio popolo.

Non ha senso guardare male associazioni e cittadini che per conformismo partecipano alle commemorazioni del 25 aprile. Quando la cultura dominante è quella della sporcizia LGBT, le aziende mettono l’arcobaleno nei propri loghi aziendali, quando invece la cultura dominante è ostile a questo genere di cose, come in Medio Oriente, quella simbologia non viene invece utilizzata. Il conformismo spiegato semplicemente.

SENZA SPERANZA?

Il nostro nemico quindi non sono le masse, ma quei gruppi di persone che esercitando il monopolio della cultura nel nostro Paese, trascinano le masse verso il basso.

Combattere il sistema stando al suo gioco e candidandosi alle elezioni di per sé è giusto, ma è sbagliato pensare di potersi limitare a quello. Ciò che dobbiamo fare è prendere esempio dai nemici dell’Italia e fare esattamente ciò che hanno fatto loro per decenni: conquistare la cultura. Dobbiamo fare di tutto per sostenere una cultura non conforme che possa coinvolgere e comunicare a quante più persone possibili, in modo che non resti una “sottocultura”, un qualcosa “di nicchia” e “underground”, una roba “nostra e basta”. È quindi estremamente importante sostenere case editrici, giornali, riviste, canali youtube, pagine instagram, web radio, musica, film e quanti più altri mezzi di diffusione di idee non conformi possibili, così da creare qualcosa che possa concretamente competere con l’ancora incontrastato sistema d’informazione del sistema.

Anche perché un conto è fermare uno di persona e provare a spiegare dei concetti rivoluzionari in un’ora, un conto è fargli scoprire una cultura che gli parla ogni giorno, più volte al giorno, ogni volta che apre l’articolo di un giornale, che apre una rivista, che si connette sui social, che vede un film o leggere un libro.

Circa un anno fa il famoso giornalista di sinistra Andrea Scanzi ha affermato: “a destra non esiste uno straccio di intellettuale da 300 anni”. I destroidi, indignati, hanno iniziato a replicare a questa provocazione da quattro soldi pubblicando liste di intellettuali di destra (o presunti tale). Ma c’è qualcuno che più intelligentemente gli ha risposto con un articolo il cui titolo dice tutto “a Scanzi non si risponde con le listine degli intellettuali di destra, ma facendo egemonia[6].

Il nostro obiettivo dovrebbe essere il cercare di mostrare alle persone che esiste un’alternativa culturale valida a ciò che per anni e anni è stata spacciata come l’unica cultura esistente e accettabile. Dobbiamo avanzare, conquistare spazi culturali e toglierli al nemico.


[1]      Anche se episodi di questo tipo avvengono costantemente, ve ne sono alcuni così ridicoli che diventa impossibile scordarsi. Si pensi al caso Daisy Osakue, atleta di colore a cui nel 2018 è stato tirato un uovo in un occhio da una macchina mentre era per strada. Tutti a gridare al razzismo, anche per attaccare indirettamente Salvini (era il periodo del governo “giallo-verde”), ma pochi giorni dopo si scoprono i responsabili, tre ragazzi, uno dei quali uno figlio di un consigliere comunale del PD, che si divertivano ad andare in giro per tirare uova a persone a caso, difatti oltre a Daisy Osakue hanno bersagliato con le uova altre sette persone, nessuna di colore, quei casi però non hanno avuto rilevanza mediatica. Oppure Ferrara 2021, omosessuali aggrediti verbalmente da qualcuno che gli urlava per strada “conoscete Benito Mussolini? Sapete che lui vi brucerebbe tutti? Forza Benito Mussolini”. I mass media hanno subito strumentalizzando la vicenda collegandola al voto contrario del Senato al DDL Zan, ma poco dopo si è scoperto che sono stati quei gay ad aggredire verbalmente per primi il tizio accusato di fascismo e omofobia, il quale si è scoperto essere un immigrato a cui gli omosessuali hanno gridato “straniero di merda se ci fosse stato Mussolini tu ora non saresti qui”.

[2]      Per citare un caso ancora più emblematico delle solite polemiche per spazi pubblici dedicati alle vittime dei “liberatori”, nel 2019 è scoppiato a Genova un polverone, sollevato dall’ANPI, perché c’era un ponte intitolato a Fabrizio Quattrocchi, guardia di sicurezza privata che nel 2004 venne rapita e uccisa in Iraq da un gruppo di islamisti. All’ANPI questo non andava bene perché il ponte in questione si collegava a una piazzetta dedicata a Attilio Firpo, partigiano ucciso nel ‘45, e “Firpo è stato ucciso per liberare la propria patria, mentre Quattrocchi era una persona impegnata su teatri di guerra stranieri per scelta professionale”, quindi Quattrocchi non era degno di avere uno spazio pubblico a lui intitolato così vicino ad uno dedicato ai grandissimi eroi della resistenza.

[3]      Anche definire il fascismo “estrema destra” è solo un grande fraintendimento sbagliato frutto di ignoranza e/o malafede.

[4]      Questo sia di lezione a tutti quei camerati che si fanno idee strane come l’abbandonare movimenti (per ora) relativamente piccoli ma con le palle e le idee giuste, per andarsene in partiti di centro-destra pensando di arrivare lì e fare i sansepolcristi rivoluzionari.

[5]      Non mi riferisco tanto a quei preti che predicano l’accoglienza di masse di stranieri, anche perché dopotutto il cristianesimo è (a suo modo) un’ideologia universalista ed egualitaria. Mi riferisco piuttosto a certi ipocriti che, venendo meno ai loro doveri di chi dovrebbe svolgere una funzione spirituale imparziale, si mette a fare opposizione a partiti e/o movimenti politici e culturali identitari. Per citare un caso eclatante, nel maggio 2019 un parroco a La Spezia ha suonato le campane a morto affermando che è stato un gesto di protesta contro la presentazione di un libro di AltaForte Edizioni in città.

[6]      https://www.ilprimatonazionale.it/cultura/scanzi-intellettuali-destra-egemonia-culturale-192572/