Di Geox

Che cos’è esattamente la cosiddetta ideologia wokeness?

Secondo il credo della giustizia sociale, essere “woke” significa risvegliarsi politicamente a seguito dell’emergere di una coscienza e di una coscienziosità riguardo l’ingiustizia sociale e politica. Essere “woke” significa pertanto assumere indelebilmente la consapevolezza dell’ingiustizia sociale, consapevolezza che provoca l’attivazione della coscienza, la quale costringe a cambiare le proprie convinzioni ed i propri comportamenti. 

Questa è la definizione di wokeness più vicina possibile alla realtà, spogliata da tutte le affermazioni personali di coloro che la abbracciano. Naturalmente l’etimologia della parola “woke“, e come questa sia diventata un aggettivo per descrivere coloro che si sono risvegliati di fronte all’ingiustizia sociale e politica, è tutta un’altra questione. 

Dizionario alla mano, “woke” è il participio passato di “wake“, e significa “essersi svegliati”. Ma, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, la parola “woke” iniziò a funzionare anche come aggettivo, acquisendo il significato figurativo nella comunità afroamericana di “ben informato” o “aggiornato”. Nel 1972 iniziò a descrivere un’elevata coscienza politica. Nel 2017 l’Oxford English Dictionary ha riconosciuto la consapevolezza sociale dei “woke” e ha aggiunto la definizione: “Attenzione alla discriminazione e all’ingiustizia razziale o sociale”.

Eppure, ci sono tante definizioni di wokeness quante le persone che ne hanno sentito parlare, come nel caso della maggior parte delle cose meno controverse. Secondo gli aderenti a questa filosofia, quindi, la wokeness è una maggiore consapevolezza dell’ingiustizia sociale e politica e la determinazione a sradicarla.

Ma cosa potrebbe avere a che fare con il Grande Reset di cui assistiamo in questi tempi? La wokeness non è rivolta a chi soffre, le cui lamentele vorrebbero una riparazione della società, tale ideologia agisce sulla maggioranza, i presunti beneficiari dell’ingiustizia. Lo fa facendo capire alla maggioranza che ha beneficiato di “privilegi” basati sul colore della pelle (bianco), sul genere (patriarcato), sulla propensione sessuale (eteronormatività), sul luogo di nascita (colonialismo, imperialismo), sul genere d’identità (cis gender) e sul dominio della natura (specismo) solo per citare alcuni esempi. L’elenco potrebbe andare avanti, ma l’idea di base è che questa maggioranza deve essere riabilitata, per così dire. Le masse devono capire che hanno ottenuto tutti i vantaggi di cui hanno finora goduto sulla base del trattamento ingiusto degli altri, direttamente o indirettamente, e questo trattamento ingiusto si basa sulle circostanze proprie della nascita. Il “privilegio” della maggioranza è arrivato a spese di quelle minoranze designate come beneficiarie della wokeness e quest’ultima è il mezzo per rettificare tutte le ingiustizie.

E quali sono gli effetti di essere ripetutamente rimproverati, di sentirsi dire che si è stati beneficiari di “privilegi” immeritati, che la propria ricchezza e il proprio benessere relativi sono andati a scapito degli altri? Vergogna, senso di colpa, rimorso, indegnità, rifiuto. E quali sono gli adeguamenti attitudinali e comportamentali che la maggioranza deve adottare? Avere meno. 

L’ideologia woke prevede che uno perda i propri diritti, perché anch’essi sono a spese di altri. Pertanto, la wokeness instilla la convinzione dell’indegnità della maggioranza a prosperare ed a godersi la vita. La wokeness indottrina la maggioranza ad un futuro senza proprietà (almeno per loro), mentre gratifica la Sinistra ed i suoi principali propagatori ideologici con un senso di superiorità morale.

Rimane una domanda: perché la wokeness è più adatta agli obiettivi del Grande Reset odierno?

Abbiamo visto che il carattere sottrattivo dell’ideologia woke richiede la decadenza dei vantaggi per motivi morali. Non offre potere né sostiene l’acquisizione dei mezzi di produzione con mezzi politici. La wokeness è una forma di recriminazione che obbliga all’abdicazione e non all’acquisizione dei beni.

L’ideologia woke ha dissodato il terreno e piantato i semi per il raccolto che il Grande Reset prospetta per l’élite dominante. La wokeness è stata creata intenzionalmente per questo scopo? Personalmente non lo credo, tuttavia appare oggi chiaro come alla fine sia stata adottata per questi fini, così come altre formazioni ideologiche sono state utilizzate per scopi altrui. Le élite dominanti si appropriano dei mezzi disponibili a loro disposizione per realizzare i propri piani, comprese le ideologie disponibili. L’ideologia woke era disponibile e pronta per l’appropriazione e l’applicazione. La wokeness serve al meglio il Grande Reset e quindi ne vediamo il linguaggio nei libri, nei media e nella vita di tutti i giorni: equità, inclusione, ecc.

Naturalmente la wokeness non funzionerà su tutti, ma la richiesta è stata resa così universale che i dissidenti impenitenti e non conformi sono considerati regressivi, reazionari, razzisti, suprematisti bianchi ed altro, e sono respinti, se non puniti, sulla base di queste motivazioni. La wokeness ha così raggiunto il predominio, contrastarla sarà un requisito importante per sfidare il Grande Reset odierno.