Roma, 26 novembre – Non c’è nulla da fare: quando il centrodestra è al governo, sulla scuola si abbatte un turbine di repressione odioso che non fa rimpiangere i vecchi governi. Questa mattina in molte città italiane è apparso uno striscione del Blocco Studentesco contro il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, definito “sceriffo buffone” a causa delle sue infelici uscite sui lavori socialmente utili per gli studenti difficili, sull’uso degli smartphone in classe e addirittura sul bisogno “educativo” dell’umiliazione dei ragazzi.

“Lungi dal farne una critica buonista – inizia la nota del movimento – vogliamo farne una critica politica. In pochi giorni il nuovo ministro ha dettato una serie di indirizzi repressivi che crediamo non servano ad un bel niente, non dopo due anni di restrizioni, e che non favoriscono il principio d’educazione che il Ministero dovrebbe sostenere. Sono sparate elettorali per ammiccare ad un pubblico di centrodestra che ha nostalgia di bacchettate sulle dita ed istruzione religiosa, ma che rischiano di tramutarsi in un’ennesima stretta sulla vita degli studenti. Ci chiediamo: serviva fare gli sceriffi in questo momento storico di completo disinteresse verso la vita politica? Serve attenersi ad un rigido moralismo piuttosto che ad una visione della scuola partecipativa e non repressiva?”.

“Valditara – spiega la nota – ha messo in fila i lavori socialmente utili per i ragazzi violenti, il sequestro degli smartphone e dulcis in fundo si è lasciato sfuggire in un’intervista divenuta virale l’infelice uscita sullo scopo pedagogico dell’umiliazione. Come se non ci pensasse già questa società ad umiliare studenti e famiglie con un costo della vita alle stelle e una mobilità sociale bloccata su rigidi schemi di precariato. Il centrodestra deve levarsi il vizio della scuola prigione, che non ha nulla da invidiare alla scuola fabbrica voluta dalla sinistra. Tutti e due sono modelli repressivi della personalità, standardizzanti al ribasso, che non educano con l’esempio ma impartiscono nozionismo con la privazione di spazi e libertà”.

“Ancora una volta – conclude la nota – denunciamo l’adeguamento della scuola ai modelli panottici e penitenziari del capitalismo della sorveglianza. Invece di porsi come argine e baluardo, questo ministro privo d’idee continua sul modello di una scuola utile solo alla formazione di precari abituati al controllo e alla punizione. Non ci stancheremo mai di opporci a questo schema: che sia di destra o di sinistra. Per noi, la scuola deve ricoprire una funzione anagogica: deve suscitare ed alimentare la disposizione del singolo ad agire, pensare, vivere e lottare. Non deve umiliare – stupido Ministro – ma educare al sacrificio ed abbattere gli ostacoli culturali, economici e sociali che portano all’abbandono scolastico o all’emigrazione. Solo così il percorso scolastico tornerà ad avere un ruolo cardine e se vogliamo, veramente in salita. Forse sarebbe ora che il Ministero tornasse a svolgere lavori socialmente utili, no?”.