Roma, 9 mag – Questa mattina abbiamo esposto fuori dalle scuole italiane uno striscione dal tono volutamente goliardico: “25 aprile? 9 maggio? Nel dubbio mena”. Un’azione simbolica per contestare l’ennesima celebrazione ideologica imposta alle nuove generazioni. Il 9 maggio viene spacciato come “giorno della liberazione dell’Europa”, mentre in realtà segna l’inizio dell’asservimento di mezzo continente ai carri armati sovietici. Dietro la retorica antifascista che oggi infesta scuole e università si nasconde una realtà ben diversa: occupazione dell’Europa orientale, repressione dei popoli, crimini dell’Armata Rossa. Deportazioni, stupri di massa, pulizie etniche.

Lottare per la libertà politica

Il testo dello striscione vuole essere un invito per i giovani a prendere di petto questi soggetti rancorosi, che spacciano terrore per libertà. Li invitiamo a seguire l’esempio luminoso dei ribelli di Trieste, Budapest, Praga e Varsavia. Bisogna essere sempre pronti a lottare per la libertà politica, soprattutto di fronte a chi adotta l’esclusione, la violenza e i simboli del dispotismo. Secondo noi non c’è nulla da celebrare, anzi, questa data, che sempre più spesso viene rilanciata da collettivi e movimenti d’area antifascista per ritrovare un’identità altrimenti frammentata, va boicottata con ogni mezzo politico, militante e culturale. La ricorrenza non è diversa — per metodo e retorica — da quella proposta dagli altri ‘liberatori’, gli anglo-americani, ogni 25 aprile: due facce della stessa medaglia, due occupazioni diverse ma convergenti, che hanno ridisegnato la sovranità europea in funzione di interessi stranieri.

Contro gli agenti del decostruzionismo

Come movimento giovanile e nazionalista con una sana vocazione europea ci opporremo a ogni tentativo di falsificazione storica, così come facciamo da anni contro il revisionismo riguardante le Foibe e i partigiani jugoslavi. Rigettiamo tanto la narrazione atlantista quanto quella russa post-sovietica: il 1945 non segna nessuna liberazione per noi. Chi celebra la morte della Nazione e la spartizione dell’Europa è un agente attivo del decostruzionismo che vuole sminuire, marginalizzare e distruggere l’identità europea profonda – ovvero l’unico baluardo culturale, etico e morale contro l’avanzata del mondo ipercapitalistico.

Blocco Studentesco

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